La vita all’interno del bunker

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redazione

23 Marzo 2015
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Acquisizione della Provincia di Gorizia

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Un bunker che durante la “Guerra Fredda” doveva impedire un eventuale controllo della cima del San Michele e possibili infiltrazioni di unità nemiche verso Polazzo e Sagrado. Si trova sul monte Skofnik, nelle vicinanze dell’abitato di Cotici a Savogna d’Isonzo, e fra qualche settimana sarà per la prima volta accessibile a tutti grazie a una convenzione tra l’Agenzia del Demanio e la Provincia di Gorizia. Un accordo abbozzato nei giorni scorsi tra il presidente Enrico Gherghetta, l’assessore provinciale Donatella Gironcoli e alcuni rappresentanti dell’Agenzia del Demanio e del Comitato Fanteria d’Arresto.

Il documento verrà firmato nei prossimi giorni e, per una spesa simbolica di 247 euro all’anno, concederà il bunker per sei anni all’ente guidato da Gherghetta, che a sua volta lo darà in gestione gratuita al Comitato della Fanteria d’Arresto. Quest’ultimo avrà poi il compito di metterlo in sicurezza e di provvedere alla sua manutenzione, al ripristino dei portelloni d’ingresso, attualmente saldati, al loro restauro funzionale e alla riverniciatura. Il Comitato dovrà inoltre installare quanto necessario a interdire l’accesso non autorizzato al manufatto, conservare e rimettere in sesto le strutture esterne, restaurare i locali interni e ripristinare l’impianto elettrico. Ma dovrà soprattutto gestire l’accesso su richiesta di tutti coloro che vorranno visitare la fortificazione.

Grande entusiasmo da parte del presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta: «Nessun civile era mai entrato in queste strutture. Fra qualche settimana, invece, sarà finalmente possibile. Questa è un’opera che, come tante simili e sparse sul nostro territorio, risale agli anni ’60, ma in stato di abbandono da più di vent’anni. Con l’accordo tra la Provincia e il Demanio e con la preziosa collaborazione del Comitato della Fanteria d’Arresto, riusciremo a salvaguardare e conservare questi manufatti che hanno contribuito a scrivere la Storia d’Italia, rendendoli accessibili ai nostri cittadini, ma anche ai tanti turisti che verranno a visitare l’Isontino».

Da un punto di vista tecnico, tali bunker, con annesse cupole corazzate, rappresentano l’eccellenza progettuale e costruttiva della nostra Italia degli anni ’60, nonché la testimonianza storica di quel difficile periodo caratterizzato da due blocchi contrapposti per ideologia politica e militare che produssero la Guerra Fredda.

Le postazioni fortificate situate in ambiente carsico, grazie all’accurato mascheramento originario, nonché al naturale apporto della flora nel corso degli anni, si sono ottimamente integrate nel paesaggio rendendo la loro presenza curiosa documentazione del passaggio dell’uomo, condividendo gli stessi luoghi assieme agli innumerevoli manufatti del conflitto della Prima guerra mondiale. Il recupero delle postazioni potrebbe dunque arricchire il circostante parco tematico della Grande Guerra.

Nel caso specifico, la fortificazione sulla sommità del monte Skofnik fu costruita nel 1968 e originariamente assegnata al 53° Reggimento Fanteria d’Arresto “Umbria”. Dopo la fase di riorganizzazione dell’Esercito, nel 1976 passò in consegna al 33° Battaglione Ardenza e assegnata, infine, al 63° “Cagliari” nel 1986, prima di essere dismessa del tutto a decorrere dal 1992.

È costituita da un Posto Comando Osservazione (PCO) e da cinque postazioni M (mitragliatrice) in cupola corazzata a quattro feritoie. Completano lo sbarramento ricoveri sotterranei per le squadre di difesa vicina e postazioni per mortai. Il PCO ospita anche l’osservatorio d’artiglieria con annesso bunker comando. L’opera disponeva di una casermetta di presidio per il personale di guardia, oggi utilizzata dalla locale Protezione Civile. La cupola della M1 è stata asportata nell’inverno del 2011 da una ditta incaricata dell’Esercito Italiano per il recupero del metallo e per la messa in sicurezza del manufatto.

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