A Villa Manin le anime del Brasile

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redazione

2 Aprile 2015
Reading Time: 3 minutes

Caetano Veloso e Gilberto Gil in concerto il 19 luglio

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Udin&Jazz non poteva festeggiare meglio il proprio venticinquesimo anniversario: dopo i già annunciati nomi stellari del pianoforte (da Chick Corea a Hiromi Uehara, fino a Stafano Bollani), è la volta di una coppia di artisti (e personaggi) assoluti, che insieme – e singolarmente – hanno scritto a lettere indelebili la storia della musica mondiale.

Domenica 19 luglio, alle 21, Villa Manin ospita un momento fondamentale dello storico festival udinese e un appuntamento tra i più attesi di tutte le maggiori capitali musicali europee: Gilberto Gil e Caetano Veloso in concerto (per Udin&Jazz l’unica tappa del Nordest).

Gil e Veloso sono tra i musicisti che più hanno influenzato non soltanto il panorama del loro Brasile, ma che – esiliati a Londra dal regime militare tra gli anni Sessanta e Settanta – hanno contaminato e trasformato anche i gusti musicali europei grazie alla loro incontenibile energia creativa: sperimentazioni rivoluzionarie le loro (nelle musiche, nelle strumentazioni, nelle forme testuali e nei contenuti), che contemplano e rivendicano le proprie tradizioni con rispetto e grande intelligenza.

Difficile ripercorrere sinteticamente questi cinquant’anni che con sé trascinano anche la storia di un Paese: Gilberto Gil oltre che grande artista è stato, tra le altre cose, anche Ministro della Cultura in Brasile (proprio quando lo ricordiamo ospite a Udin&Jazz nel 2004) e ambasciatore ONU, e Caetano Veloso  – esiliato a Londra insieme a Gil – nella sua carriera ha esplorato ogni possibile percorso musicale, tra bossa nova e rock estremo, tra esperimenti d’elettronica e arrangiamenti popolari di irraggiungibile raffinatezza, diventando un vero riferimento anche per il mondo culturale anglosassone.

Gilberto Gil è, per antonomasia, l’energica miccia della rivoluzione del movimento tropicalista, che ha reinventato la musica brasiliana, “cannibalizzandola” (cioè sfaldandone i principi per ridare ad essa nuova vita), rinnovandola con audacia e riconducendola alle proprie ruvide radici africane passando anche attraverso il rap e il rock elettrico. Gil è ritornato, nel 2014, con serena maturità alla “sua” musica popolare, dopo oltre cinquanta incisioni (in studio e dal vivo) fatte di esperienze e invenzioni musicali tra le più diverse. Il suo lavoro più recente è rivolto alle “canzoni” tradizionali che del Brasile raccontano la storia ed è contenuto nel suo recente lavoro discografico (e oggetto dell’ultimo tour) “Gilberto’s Samba” (il disco è – non a caso – prodotto proprio dai figli di Gil e di Veloso!), dove con grandissima originalità e sapienza Gil omaggia uno dei padri carismatici della cultura musicale brasiliana, João Gilberto.

Quello stesso João Gilberto che ha portato un Caetano adolescente alla passione incondizionata per le proprie origini musicali e all’amore per la provocazione e la sperimentazione. E proprio grazie a João Gilberto si deve il rientro, nei primi anni Settanta, dall’esilio “dorato” a Londra, di Caetano espulso dal regime – insieme a Gil – per aver “osato” troppo con le proprie creazioni musicali.

Richiamato dalla televisione brasiliana, Gilberto ha promesso di esibirvisi dopo molto tempo solo a patto che potesse farlo con Caetano. Così fu, e di lì a poco Veloso e Gil rientrarono insieme in Brasile, più creativi che mai.

Una quarantina di  produzioni discografiche, anche quelle di Caetano, che dagli anni Sessanta ad oggi sembrano voler abbattere ogni volta confini diversi.

Con lui il panorama musicale passa dalle sperimentazioni sonore, al limite della possibilità d’ascolto, alla ripresa morbida della bossa; dagli omaggi ai ritmi tribali agli arrangiamenti sofisticati in stile jazz; dal pop brasileiro all’esotismo morbido di sapore iberico.

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