Il ruolo educativo dei nonni

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Cristian Vecchiet

7 Aprile 2015
Reading Time: 4 minutes

Tra figli e nipoti

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I nonni sono stati sempre un punto di riferimento importante nell’aiutare la famiglia a prendersi cura delle nuove generazioni. Oggigiorno i contorni di questo impegno sono però cambiati. Non di rado, per ragioni anche economiche, gli anziani sono ancora impegnati nel mondo lavorativo, il che segna necessariamente dei cambiamenti nelle loro possibilità di dare un aiuto ai figli. Inoltre questo mutamento si inserisce all’interno di cambiamenti relativi a tutto il quadro socio-culturale in cui viviamo.

La durata della vita media si è allungata significativamente, entrambi i genitori sono perlopiù (crisi permettendo) impiegati nel mondo lavorativo, la donna e il maschio godono fondamentalmente di ruoli non più così divergenti e alternativi, gli anziani hanno in genere cambiato stile di vita e sono di norma più impegnati e attivi sia a livello lavorativo che sociale, sportivo o associativo.

È cambiato altresì il valore culturale e antropologico dei nonni. Il nonno non è più, come all’interno della società patriarcale, il “grande vecchio”, l’autorità indiscussa dai contorni quasi sacrali, colui che detta le regole da rispettare e a cui non si può obiettare. Il livellamento dei ruoli sociali ha investito anche gli anziani. Il che porta con sé aspetti positivi e negativi. Positivi perché riconosce possibilità di ruoli socialmente più dinamici e meno irrigiditi dentro categorie spesso stereotipate.

Negativi perché non di rado viene misconosciuto il patrimonio esperienziale e sapienziale nonché le competenze e capacità operative degli anziani. I mutamenti hanno coinvolto anche il ruolo educativo dei nonni. Un esempio lampante del mutamento dei codici culturali lo troviamo nella figura del nonno, spesso non più così distante in alcune funzioni da quella della nonna. Come vediamo un padre giocare coi figli, così vediamo anche il nonno fare da baby-sitter.

Ma forse per comprendere perché e come si sia modificato il ruolo educativo dei nonni bisogna capire come sia cambiato anche il ruolo dei genitori. Mamma e papà sono di norma più permissivi, assumono frequentemente atteggiamenti iperprotettivi, tendono a giustificare a ogni costo insuccessi o comportamenti sopra le righe dei figli, esaltano a volte all’inverosimile abilità comuni, manifestano una tendenza alla delega educativa.

Se questo è il trend comportamentale dei genitori, i nonni tendono ad agire di conseguenza. Spesso sono accusati di cedere troppo facilmente alle richieste dei nipoti, di essere troppo accondiscendenti, di accontentarli in tutto. Tuttavia, a questa accusa bisogna fare delle precisazioni. I nonni non sono i sostituti dei genitori. Il loro non è in primis un ruolo di vicariato. È non solo legittimo ma persino doveroso che i nonni siano presenti anche in modo e misura massiccia quando i genitori sono in difficoltà. Ma mai potranno sostituire la responsabilità dei genitori. La funzione vicaria spesso deriva da una assenza genitoriale, consapevole o meno. La delega eccessiva dei genitori verso i nonni può però diventare fonte di confusione di ruoli. I nonni che accudiscono per 8-10 ore al giorno (questo nella fascia di età 0-3 anni e durante le vacanze) i nipoti, tendono ad assumere delle responsabilità educative che non spettano a loro.

Ma qual è in fondo la funzione educativa dei nonni? È quella di rappresentare una sponda affettiva, educativa, morale ulteriore a quella dei genitori. Decisiva è l’alleanza educativa tra genitori e nonni. I genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli. I nonni sono alleati dei genitori. È giusto che lo stile educativo e le regole vengano decise dai genitori e discusse e concordate con i nonni. È anche chiaro che le regole dei nonni possono essere diverse ma non contrastanti quelle dei genitori. Importante è che tra genitori e nonni ci sia comunicazione e chiarezza. È fondamentale trovare dei momenti in cui dirsi le cose, parlarsi ed eventualmente confrontarsi sulla linea da tenere, sulle difficoltà, sulle prospettive, sulle soddisfazioni.

È parimenti vero che i nonni devono fare attenzione a evitare facili ingerenze o intromissioni nella funzione educativa dei genitori. Genitori e nonni devono essere consapevoli dei loro ruoli e quindi dei loro confini. I nonni devono rispettare la coppia e la sua autonomia. Atteggiamenti assillanti ed eccessivamente intrusivi nella vita di coppia dei figli possono essere all’origine di conflitti a volte inevitabili. È rischioso e controproducente pretendere dai figli adulti l’obbedienza ai genitori solo perché tali. I nonni hanno il dovere, oltre che il diritto, di dire la loro ai figli, ma poi spetta ai figli prendere le decisioni educative. Al tempo stesso i figli adulti hanno il dovere di ascoltare i genitori, consapevoli alla fine della propria autonomia decisionale.

I nonni rappresentano spesso una funzione protettiva nei confronti dei nipoti. Se i genitori sono impegnati nel lavoro e nelle proprie attività, i nonni possono in qualche modo vegliare, controllare in loro assenza chi i nipoti frequentano, cosa guardano alla TV, quante ore passano al PC o col cellulare, cosa e quanto mangiano, se fanno i compiti o meno… I nonni possono osservare, monitorare, cercare di capire, dare degli stop, ricordare le regole definite dai genitori… In assenza dei genitori o di altre figure, la loro presenza può essere decisiva.

Spesso i nonni svolgono anche una funzione sociale significativa nella comunità di appartenenza. Questo obbliga gli anziani a tenere allenata la mente, aiuta ad aprire orizzonti e scopi nuovi, favorisce l’acquisizione di un ruolo

sociale che dà motivazione e senso al vivere. Senza dimenticare l’aiuto effettivo che offrono alla realtà di appartenenza. E tenendo ben presente il valore educativo che un tale esempio di servizio svolge verso i giovani. I bambini si ricorderanno anche da adulti che qualcuno volontariamente li accudiva. E così più probabilmente avranno un buon esempio a cui rifarsi.

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