Gli economisti la considerano trent’anni indietro rispetto ai Paesi più sviluppati. Eppure la sua storia, la sua cultura e le sue meraviglie naturali rappresentano il ponte di collegamento imprescindibile tra il Vecchio Continente e l’Asia. Da Istanbul ad Ankara, dalla Cappadocia a Efeso: un viaggio oltre ogni aspettativa.
I riflessi dei raggi del sole al tramonto illuminano il mare di giallo, rendendo dorata l’intera città. Il profilo dei minareti e le cupole delle moschee assistono maestosi a questo rituale quotidiano, quando il calar della sera dona suggestioni nuove al fascino millenario di Istanbul.
La nave che ci conduce lungo lo Stretto del Bosforo sembra danzare sulle acque placide. A bordo, un cameriere instancabile fa la spola con the e panini caldi a prezzi popolari. Navighiamo lungo la costa europea passando davanti al bellissimo Palazzo Dolmabahçe, ai mondani quartieri di Besiktas e Ortakoi, alle fortifi cazioni del Castello di Rumeli, fino a lambire il ponte Fatih Sultan Mehmet.
In pochi metri raggiungiamo un altro continente, un’altra cultura, un’altra storia. Eppure siamo sempre nella stessa città. In quella Istanbul sintesi perfetta dell’antica Turchia pronta ad affrontare con dinamismo le sfide del terzo millennio, con il ruolo delicato di porta privilegiata tra Oriente e Occidente, tra Asia ed Europa, tra Islam e Cristianesimo.
«Ci siamo avvicinati all’Europa – racconta Ediz, una delle guide più preparate che abbiamo mai incontrato, così innamorato del suo Paese da trasmettere in tutti noi lo stesso sentimento – ma non siamo così convinti di voler entrare a farne parte. Gli economisti dicono che siamo trent’anni indietro rispetto a voi: l’ingresso nell’area Euro potrebbe avere ripercussioni pesanti sullo sviluppo del nostro Paese».
Un mondo in bilico tra passato e futuro, con una metropoli da 16 milioni di abitanti in cui è ancora possibile passeggiare senza paura di notte e una realtà geopolitica in effervescente e pericoloso mutamento lungo i confini di Stato. Le immense moschee con poche manciate di fedeli in preghiera sono la testimonianza emblematica di una società in continua evoluzione, orgogliosa delle proprie radici musulmane, ma sempre più improntata alla secolarizzazione.
Prima di partire per il nostro tour nelle diverse regioni del Paese, la sera raggiungo un locale del centro. Ordino senza problemi una birra, nonostante la legge islamica vieti il consumo di alcol. Al bancone un giovane turco tenta di coinvolgermi in una conversazione: non parla inglese e io gli rispondo in italiano. Sembra impossibile, eppure ci intendiamo a meraviglia. Dopo due domande, stiamo parlando di calcio. Altri avventori si avvicinano a noi interessati. Osservo loro e la mia birra. Ripenso alle cupole delle moschee e ai minareti. Sorrido, felice di trovarmi in Turchia. Così lontana, così vicina.
Santa Sofia
È il monumento più importante di Istanbul, un gioiello dell’architettura bizantina. Fu chiesa per 916 anni, moschea per 482; Atatürk la sconsacrò e oggi è museo. Si tratta di una delle testimonianze più importanti nella storia dell’umanità: non esiste infatti un altro edificio bizantino di tali dimensioni.
Costruita in onore della Santa Sapienza dall’imperatore Costantino, fu completamente distrutta nell’incendio del 404. Ricostruita da Teodosio II, bruciò di nuovo durante la rivolta del Nika nel gennaio del 532, assieme ad altre chiese, alle terme, a parte del palazzo imperiale. Finché l’imperatore Giustiniano ne decise la ricostruzione, ma con dimensioni e bellezza tali da superare il tempio di Salomone. Fu eretta in cinque anni e mezzo, vi lavorarono diecimila operai e vennero impiegati 180 quintali d’oro.
Cisterna Basilica
Nota per le 366 colonne immerse nell’acqua in un silenzio surreale, interrotto solo dalle gocce d’acqua che ancora cadono dal soffitto, è un luogo dal fascino straordinario. Provenienti da diversi siti antichi, le colonne sono illuminate con particolari giochi di luce. Percorrendo il camminamento in cemento che conduce verso il fondo, si raggiungono le due teste di Medusa utilizzate durante la costruzione come basamento per due colonne. La leggenda narra che queste teste siano state girate (una è capovolta) perché Medusa (figura mitologica greca) pietrificava con lo sguardo chiunque l’avesse guardata negli occhi. Ad osservarle poco distanti c’è la Colonna delle lacrime, così nominata per i simboli su di essa incisi.
San Salvatore in Chora
Uno dei principali edifici bizantini di Istanbul, è un luogo dove si possono ammirare una serie di affreschi e mosaici di grande valore artistico e storico. In turco vene chiamata Kariye Müzesi: il suo nome dice che oggi è un museo, ma porta anche la memoria del suo passaggio a Moschea (Camii) avvenuto nel 1511, quando, fortunatamente, gli affreschi ed i preziosi mosaici furono solamente ricoperti con calce e non distrutti. Dopo la loro riscoperta, nel 1948, iniziò un lungo restauro con la rimozione dell’intonaco e la messa in luce delle opere bizantine. Dieci anni più tardi, nel 1958, venne aperto il museo.
Museo delle civiltà Anatoliche di Ankara
Conosciuto anche come Museo Ittita, è ospitato in due edifici ottomani del quindicesimo secolo, restaurati nel 1921. Il museo ha una collezione ricchissima e unica che comprende il periodo preistorico, gli Hatti, gli Ittiti, i Frigi, i Lidi, gli Urartu e reperti greco-romani.
Pamukkale e Hierapolis: doni della natura stravolti dall’uomo
In turco “castello di cotone”, è un sito naturale situato nella provincia sudoccidentale di Denizli. L’antica città di Hierapolis venne costruita sulla sommità del bianco castello che copre un’area di 2700 metri di lunghezza e 160 d’altezza. Può essere visto da grande distanza, perfino quando ci si trova sul lato opposto della vallata, a circa 20 km.
I movimenti tettonici, cause di frequenti terremoti, hanno permesso la nascita di numerose fonti termali. L’acqua che ne sgorga è ricca di ioni, di calcio e di anidride carbonica, che forma con l’acqua acido carbonico.
Sfortunatamente Pamukkale subì alla fine del ventesimo secolo un importante quanto inopportuno intervento edilizio: furono costruiti hotel sopra il sito, distruggendo parte delle rovine di Hierapolis; l’acqua calda fu incanalata allo scopo di riempire le piscine artificiali degli alberghi, mentre i loro scarichi riversarono per anni le acque reflue direttamente sul sito, contribuendo in maniera determinante a inscurire le vasche calcaree. Fu anche costruita una strada asfaltata in mezzo al sito per permettere ai visitatori di raggiungere in bici, moto o a piedi la parte alta della formazione. Ai visitatori fu concesso di lavarsi all’interno delle vasche calcaree utilizzando detergenti di natura industriale aggravando ulteriormente il problema.
Afrodisia
Sotto l’impero romano Afrodisia fu fra le più importanti città d’Asia minore. Isolata su un altipiano a 600 metri di altitudine, è uno dei più interessanti siti archeologici della Turchia, considerato che una buona parte della città rimane tuttora da scoprire. Fra i monumenti da visitare spicca il teatro del primo secolo a.C., i bagni, la doppia agorà, l’odeon, il tempio di Afrodite (l’edificio più importante di Afrodisia, fu anche basilica bizantina), il tetrapilo (recentemente restaurato) e lo splendido stadio che occupa la parte settentrionale della città. Il museo è ricco di sculture: Afrodisia produsse infatti a lungo effigi di qualità (in alto a destra le statue di Nerone e Agrippina) per molte città romane.
Le chiese rupestri di Goreme
Il Museo all’Aria Aperta di Göreme è una tappa obbligata per i visitatori della Cappadocia. Affascinante per le antichissime chiese bizantine scavate nella roccia e per il bellissimo ambiente che lo circonda, è Patrimonio Unesco dell’Umanità dal 1985.
Infine, la spettacolarità dei Camini delle Fate (coni di roccia posizionati in cima ai massi) lascia semplicemente senza parole.
Efeso
Questa antica città (nella foto a destra una delle antiche strade interne) è circondata da meraviglie naturali uniche al mondo. Un tempo famosa come importante porto commerciale, è stata per secoli centro culturale e religioso. Solo una colonna, invece, resta a testimonianza del Tempio di Artemide, una delle Sette Meraviglie del Mondo, raso al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, allora arcivescovo di Costantinopoli.
Efeso ha enorme importanza nella storia della prima Chiesa Cristiana: qui San Paolo predicò e indirizzò agli abitanti alcune delle sue celebri epistole. Efeso fu sede di un Concilio Ecumenico. Nelle vicinanze di Efeso si trova una piccola cappella costruita su un piccolo monte dove la tradizione vuole fosse l’ultima dimora di Maria, madre di Gesù e oggi luogo di pellegrinaggio. Da non perdere la Biblioteca di Celso e il Teatro Grande.
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