Il grifone Kronos torna in libertà

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redazione

25 Agosto 2015
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Martedì 1 settembre alla Riserva di Cornino

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Il grifone Kronos tornerà a volare e, tramite un sofisticato sistema radio satellitare, i suoi spostamenti saranno monitorati a distanza. Martedì 1 settembre, alle 13, alla Riserva Naturale Regionale di Cornino, nel Comune di Forgaria, l’esemplare di grifone, nato quattro mesi fa all’interno della riserva friulana, sarà rimesso in libertà.

Kronos sarà dotato di un anello identificativo ma anche, come detto, di una radio satellitare, acquistata grazie alle offerte dei visitatori della Riserva di Cornino e grazie all’impegno del Parco Natura Viva, che consentirà di seguire ovunque, per un paio d’anni, i suoi spostamenti. Durante la mattinata, Fulvio Genero, responsabile del “Progetto Grifone”, presenterà i dati relativi all’evoluzione dei grifoni di Cornino, unica colonia nidificante sull’intero arco alpino. L’evento, che inizierà alle 11 con gli interventi delle autorità, è organizzato in collaborazione con il Parco Natura Viva di Verona.

«Si tratta – spiega Genero – di iniziative legate alla necessità di informare il pubblico sui grandi problemi di conservazione che interessano gli avvoltoi, a rischio di estinzione a causa, per esempio, del bracconaggio, dei veleni e delle alterazioni ambientali. Solo grazie a progetti specifici di tutela e all’appoggio dell’opinione pubblica è possibile salvare le ultime popolazioni rimaste».

Alle 13, il rapace, dopo essere stato pesato e visitato, sarà messo in libertà. Non sarà liberato, invece, un secondo giovane grifone recuperato, poche settimane fa, a Venzone, dagli agenti del servizio provinciale di Udine. Si tratta di un giovane nato quest’anno in zona, che non è riuscito, a causa della poca esperienza, ad unirsi ai suoi simili. La liberazione sarà rimandata in quanto le verifiche sanitarie hanno evidenziato un livello molto elevato di piombo nel sangue. «L’avvelenamento da piombo – chiarisce Genero – è una delle maggiori cause di mortalità dei grandi rapaci ed è legato ai residui di munizioni che si trovano nelle carcasse di animali feriti durante l’attività venatoria. Il piombo è tossico per gli animali e per l’uomo. Dovrebbe essere al più presto sostituito con munizioni atossiche, già disponibili in commercio». 

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