La Grande Guerra secondo i giovani artisti FVG

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redazione

2 Dicembre 2015
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Sulle tracce di Paolo Caccia Dominioni

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Dopo il successo ottenuto in prestigiose sedi istituzionali a Gorizia e Trieste, città italiane emblematiche della Grande Guerra, e l’inaugurazione all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles e nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia della capitale belga, la mostra “Paolo Caccia Dominioni. Un artista sul fronte di guerra”, ideata e curata dall’architetto Marianna Accerboni, prosegue da domani al 17 dicembre il proprio itinerario belga alla Maison de la Jeunesse di Woluwe-St-Lambert di Bruxelles con una rassegna intitolata “Cent’anni dopo”, completamente dedicata alle nuove generazioni.

Per sottolineare il rapporto tra l’immaginario bellico di un secolo fa, impersonato da Caccia Dominioni, architetto-pittore-scrittore e soldato (Nerviano, Milano 196 – Roma 1992), e quello contemporaneo e poiché tutto il progetto espositivo è particolarmente dedicato ai giovani, sia come fruitori che come attori, vi sono esposte opere di giovani artisti triestini, goriziani, del Friuli Venezia Giulia, austriaci e sloveni sul tema della Grande Guerra, con l’intento di suscitare e sollecitare, mediante tale confronto artistico, anche una riflessione etica e sociale su un tema così doloroso. Una buona parte di tali lavori erano stati precedentemente selezionati nell’ambito dell’ultima Biennale Internazionale d’arte dedicata al goriziano  Dario Mulitsch, indimenticata figura di promotore e mecenate goriziano. Nel frattempo rimane visitabile fino al 23 dicembre all’Ufficio di collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia a Bruxelles la mostra con le splendide tempere e tecniche miste dipinte da Dominioni nelle trincee isontine, prestate dai Musei Provinciali di Gorizia, cui l’artista le aveva donate.

Le opere in mostra sono state realizzate dai giovani autori liberamente e secondo varie tecniche nell’ambito della frequentazione del Liceo artistico E. e U. Nordio di Trieste, del Max Fabiani di Gorizia, del liceo artistico BRG Viktring di Klagenfurt (Austria) e del Gimnazija di Nova Gorica (Slovenia) e qualcuno anche in modo indipendente.

Espongono Chiara Bianco, Noa Salonicchio, Matteo Urbano, Ivan Santini, Gastone Bianchi, Delphi Morpurgo, Fabio Benatti, Giacomo Zorba, Carlo Nargiso, Anna Olivotto, Rossella D’Andrea, Audrey Di Fede, Margherita Avvisati, Ilaria Humar, Alessandra Tirel, Samuele Snidero, Alessia Zilli, Anna Ljubas, Florian Napetschnig, Nicole Quantschnig, Laura Legat, Luka Carlevaris, Matija Kos, Tami Kenda, Maja Koder.

Attraverso tali opere, eseguite con molta passione, sentimento, partecipazione poetica e con grande spirito critico nei confronti della guerra e del dolore causato dall’uomo, la curatrice ha voluto rappresentare l’immaginario artistico contemporaneo relativo alla Grande Guerra, che scaturisce appunto cent’anni dopo, dal momento che Caccia Dominioni combatté appena ventenne nel primo conflitto mondiale nella zona del Carso goriziano (allora Impero Austroungarico, oggi suddiviso tra Italia e Slovenia), dipingendo la guerra in diretta dalle trincee.
Facendo uso di acrilico, olio, acquerello, tecniche miste di varia composizione, collage, disegno, tempera, vernice spray ed esprimendosi attraverso la pittura, la fotografia e la scultura (in questo caso il bassorilievo), i giovani si sono avvalsi di un linguaggio in prevalenza espressionista figurativo o astratto, simbolico, a volte surreale, ma anche narrativo e tradizionale, attraverso il quale hanno evidenziato la loro posizione di denuncia della violenza e del dolore, interpretando, a volte con spirito fauve, la drammaticità del tema.

La partecipazione a questa mostra di giovani provenienti da Gorizia e Trieste, dall’Austria e dalla Slovenia, fortemente coinvolte nel conflitto di allora con uomini e territori, è altamente simbolica.
Nel 2016 infatti, sempre nell’ambito della mostra su Caccia Dominioni, il mio progetto prevede che la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia e una prestigiosa sede istituzionale di Trieste ospitino un’esposizione di opere di giovani artisti belgi dedicata al tema del 1° conflitto mondiale.
L’auspicio del progetto è  appunto che,  dal  confronto  intellettuale,  artistico e culturale tra le giovani generazioni di vari paesi europei, contrapposti cent’anni fa nella Grande Guerra sul fronte delle Fiandre e dell’Yser e su quello dell’Isonzo, possa consolidarsi, attraverso l’arte, una coesione e una corrispondenza di sentimenti e d’intenti, volte consapevolmente alla pace, all’amicizia e all’interscambio tra i popoli.  E che si possa creare nel contempo un ponte di conoscenza fra il fronte dell’Isonzo e quello dell’Yser, attualmente non molto noto, aspetto che rappresenta, accanto al messaggio rivolto ai giovani, uno dei principali motivi conduttori e delle prime finalità del mio progetto espositivo.

A tal fine è stata creata per la mostra anche un’installazione multimediale di luce, parole e musica, ispirata al fronte italiano dell’Isonzo e presente sia nell’allestimento della rassegna di Trieste che di Bruxelles. Il suo scopo è di divulgare la conoscenza del Sacrario e della Stazione di Redipuglia (Gorizia), da poco trasformata in Museo multimediale della 1° guerra mondiale, quali luoghi della memoria della Grande Guerra, e d’informare il pubblico internazionale sull’attività culturale e turistica, sulle escursioni e rievocazioni storiche e di costume in tema, curate dall’Associazione Sentieri di Pace – Pro Loco Fogliano Redipuglia. La rassegna si pone quindi, attraverso tale approfondimento sul rapporto tra il fronte delle Fiandre e dell’Yser e quello dell’Isonzo e la liaison espositiva con il Belgio, oltre che sotto il profilo culturale anche sotto quello turistico, quale motivo d’incremento per il cosiddetto turismo di guerra dall’Europa verso il Friuli Venezia Giulia.

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