Dal Friuli a Berlino lungo la via dell’arte

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redazione

11 Febbraio 2016
Reading Time: 3 minutes

Nuova tappa per il gruppo “Athanor”

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Continua il successo itinerante internazionale degli artisti friulani che compongono il gruppo Athanor: Loris Agosto, Lugi Brolese, Giuditta Dessy, Daniele Ghin e Domenico Ghin.

Dopo la Crypt Gallery di Londra nel 2014, per i cinque artisti è il momento di Berlino.

Le opere saranno esposte alla Malzfabrik della capitale tedesca, un esempio di architettura industriale d'eccezione restaurata e riqualificata in spazio culturale e diventata luogo di incontro di grandi artisti, eventi e manifestazioni. La Malzfabrik, vecchio impianto per la produzione di malto, si è trasformata in una vivace isola creativa dove si confrontano artisti internazionali.

Il progetto è stato ideato da Jelmoni Studio Gallery e focalizza l'interesse della ricerca e della selezione sull'arte contemporanea emergente, dalle differenti e poliedriche forme espressive, rappresentata in una varietà di generi senza restrizioni: dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle proiezioni che troveranno spazio in questa struttura davvero particolare.

La mostra verrà inaugurata venerdì 12 febbraio alle 18 nell'ambito delle iniziative che gravitano attorno al Festival internazionale del Cinema di Berlino.

I cinque artisti friulani con il loro gruppo fanno capo ad un unico concetto legato al significato di Athanor, antico nome del forno alchemico e crogiolo della trasmutazione. Come si legge nella loro presentazione scritta dal critico d'arte Giuseppe Raffaelli, “Athanor diviene il contenitore delle trasformazioni esterne della materia ed interne dell'artista, in uno scambio continuo che rimanda a ripetute sublimazioni che conducono verso una nuova ideologia dell'arte fuori da ogni condizionamento spazio-temporale”.             

Le opere di Domenico Ghin rappresentano il luogo di passaggio fra due mondi, il conosciuto e l'incognito. Sono il limite di uno scarto improvviso che comporta una perdita e un ritrovamento. Nel porre in primo piano un elemento anatomico l'artista ne deforma i particolari e la metafisica del corpo si realizza con un sottofondo concettuale avvolgente.  Suo fratello Daniele invece spinge la pittura al limite, ad una sottrazione di spazio, di luce e di colore, in favore di una profondità in negativo, in cui la dimensione antropologica è del tutto assorbita da quella psicologica attraverso pochi elementi per costruire un universo in continuo divenire, che si dissolve e rinasce.

Entrambi originari di Marano Lagunare, risiedono in regione così come Giuditta Dessy, la cui pittura e colori valicano il logos che li racchiude e superano l’assoluto razionale. Le sue opere sono un vivere parlato, un dialogo del soggetto con gli strumenti del dipingere, una ricerca associata ai pennelli.  L’immagine evocata dalla mente costruisce una realtà parallela, reinventata, un nuovo scenario, una diversa oggettività fenomenica, non più fondata sul dato naturalistico. Allieva del pittore Fred Pittino, dallo spazio metafisico la sua pittura si è evoluta sia come concetto che come tecnica, arrivando a sondare i percorsi dell’energia, intesa come fonte di inizio, evoluzione, trasformazione e fine. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e negli Stati Uniti.

Loris Agosti realizza opere di materia pittorica, dai forti caratteri cromatici, che stende con la tecnica del dripping su superfici irregolari pre-manipolate mentre Luigi Brolese ha sviluppato un percorso in cui il soggetto viene semplificato e sublimato. Uno sforzo informale ma sempre legato ad una matrice figurativa. Una sintesi tra pensiero e materia, tra spazio e tempo.

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