Il paese della Pokemon mania

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redazione

19 Luglio 2016
Reading Time: 2 minutes

A Torviscosa fenomeno virale tra i giovani

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Torviscosa sembra essere particolarmente apprezzata dai mostriciattoli di Pokémon Go, il gioco per smartphone che è arrivato ufficialmente in Italia solo venerdì scorso, ma che è già diventato virale. Pokémon Go si ispira al cartoon e ai video giochi degli anni ’90, ma utilizza le ultime novità tecnologiche e in particolare la realtà aumentata: i giocatori devono muoversi nel mondo reale, geolocalizzare con il proprio smartphone i Pokémon virtuali e catturarli con la fotocamera. L’obiettivo è acciuffarne il più possibile e di tipo diverso, per ottenere il maggior numero di medaglie che variano in funzione della tipologia di Pokémon catturati.

Per giocare è quindi indispensabile spostarsi fisicamente sul territorio e per avere la possibilità di incontrare Pokémon diversi è necessario giocare in orari e in luoghi differenti. Luoghi di incontro privilegiati sono le “palestre”, perché qui gli allenatori (cioè i giocatori più abili) vanno ad allenare i propri Pokémon. A Torviscosa ce ne sono almeno due e una di esse è localizzata nel piazzale dello stabilimento, intorno alla statua monumentale di Romano Vio dedicata alla memoria di Franco Marinotti.

Numerosi sono invece i PokéStop, luoghi in cui i Pokémon stazionano abitualmente e che sono rappresentati spesso da edifici pubblici e monumenti storici. A Torviscosa sono PokéStop il teatro, il parco pubblico, la chiesa, ma anche altri elementi caratteristici della località. Perciò, se vi capita di vedere i ragazzi della Millennial Generation (cioè, quelli nati più o meno dal 1990 ai primi anni 2000) seduti davanti al CID o in giro con lo smartphone puntato contro le architetture della città di fondazione, non illudetevi: non è un improvviso interesse per l’arte contemporanea o per l’archeologia industriale, ma una caccia virtuale a Pikachu e compagni.

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