La riconferma di un successo

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redazione

9 Ottobre 2016
Reading Time: 4 minutes

Si concludono le Giornate del Cinema Muto

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Spazzare via il luogo comune di festival di nicchia. Questo è il primo punto della “mission” che Jay Weissberg si è proposto assumendo da quest’anno la direzione delle Giornate del Cinema Muto. Non che questa definizione sia in sé negativa, certe nicchie possono essere considerevoli anche a livello quantitativo se si misurano come nel caso delle Giornate su scala internazionale, ma sicuramente limitativo. Perché il cinema muto non è solo materia di studio, ma spettacolo nell’accezione più vasta e completa come il programma di quest’anno ha dimostrato, con un mix di documentari e fiction, film d’arte e kolossal, drammi, commedie e animazione.

La risposta più soddisfacente l’ha data il pubblico che, a partire dalla serata inaugurale con Greta Garbo in The Mysterious Lady, si è appassionato, entusiasmato e commosso con i personaggi e le storie che scorrevano sullo schermo del Verdi. Tant’è vero che, ad esempio, la proiezione di Monte-Cristo è stata seguita per tutta la sua durata (oltre 4 ore) da un pubblico da quasi tutto esaurito. Altro elemento di grande soddisfazione è costituito dal rinnovo generazionale degli spettatori: si nota sempre più la presenza di giovani non solo tra gli ospiti ma tra lo stesso pubblico locale. A questo ha sicuramente contribuito l’istituzione fortemente voluta da David Robinson (direttore emerito delle Giornate, dopo averne retto il timone per 19 edizioni) del Collegium, che ha richiamato giovani da tutto il mondo i quali hanno poi diffuso “il verbo” delle Giornate nei rispettivi paesi di provenienza. Desta piacere vedere nelle premiazioni sul palco del teatro (Premio FriulAdria-Collegium e Premio Haghefilm-Selznick School) accanto ai massimi esperti internazionali, ragazze e ragazzi poco più che ventenni. Naturalmente è sempre motivo di grande soddisfazione e orgoglio vedere quanto la collaborazione con le scuole dia i suoi frutti in occasione delle matinée a Cinemazero, bissate a grande richiesta, e dell’evento “A colpi di note”, quando i giovanissimi studenti diventano i musicisti che, al Teatro Verdi, accompagnano la proiezione dei film muti che hanno scelto loro stessi e sui quali si sono esercitati durante l’anno scolastico.

Nell'edizione 2016 il rapporto con il territorio non si è limitato alla città di Pordenone (ricordiamo peraltro che sia l’evento iniziale sia quello finale sono stati realizzati con l'Orchestra San Marco di Pordenone) ma si è allargato anche a Triestecon la collaborazione del Conservatorio musicale Giuseppe Tartini che ha studiato ed eseguito un commento speciale per il programma dedicato ai filmati su Venezia. Inoltre, per la prima volta, c'è stata una doppia pre-apertura, a Udine e a Sacile, con la proiezione di Show People proprio per il pubblico locale.

Da tempo ormai le Giornate sono un appuntamento imperdibile per le principali cineteche internazionali e quest’anno si è registrata anche la presenza di tutte cinque le cineteche italiane aderenti alla FIAF (Roma, Torino, Milano, Bologna; la quinta è la Cineteca del Friuli).

A conferma di un consolidato rapporto di fiducia e rispetto per le Giornate, hanno contribuito alla realizzazione del programma (225 i titoli presentati) 45 istituzioni internazionali. Fra queste, la  Library of Congress di Washington, il MoMA di New York, il Gosfilmofond di Mosca, il British Film Institute di Londra, la Cinemathèque française di Parigi, la Filmoteka Narodowa di Varsavia, l'EYE Filmmuseum di Amsterdam, il National Film Center di Tokyo, al cui curatore Hisashi Okajima è stato assegnato dalla Provincia di Pordenone uno dei due premi Jean Mitry 2016 (l'altro è andato a Vladimír Opěla del Národní filmový archiv di Praga).

Gli accrediti sfiorano il migliaio, con una leggera tendenza al rialzo rispetto al 2015. Si conferma l’internazionalità delle Giornate per la massiccia presenza di stranieri, con netta prevalenza di americani e inglesi, oltre 200. Significativi anche gli arrivi dai paesi del nord e est Europa, oltre a Canada, Austalia e Giappone. In occasione della rassegna sul cinema muto polacco, il festival ha portato a Pordenone il regista Krzysztof Zanussi. Non solo addetti ai lavori, perché curiosando tra ilpubblico degli affezionatissimi si possono avere delle sorprese, come quella del professionista appassionato cinefilo che, scoperta la manifestazione nel lontano 1982 durante il servizio di leva militare, da allora torna tutti gli anni al festival in forma assolutamente privata.

Molto positivi anche i dati dello sbigliettamento, con un boom venerdì 7 ottobre per il programma delle 17.30 sui 120 anni di cinema a Venezia (300 biglietti venduti, oltre agli accrediti). In generale, tutte le serate hanno registrato una grande affluenza di pubblico, che ha riempito platea e prima e seconda galleria. Il tutto esaurito c'è stato per gli eventi inaugurale e finale, fatto abituale per quest'ultimo, per il quale è prevista la replica pomeridiana della domenica, quest'anno alle ore 16. Il film di chiusura della 35a edizione delle Giornate è Il ladro di Bagdad (1924) di Raoul Walsh con le scenografie di William Cameron Menzies e la partitura originale di Mortimer Wilson ricostruita e diretta dal maestro Mark Fitz-Gerald.

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