Denominazione di origine controllata, la nuova sfida del vino FVG

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redazione

10 Ottobre 2016
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Convegno a Rauscedo

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Le Denominazioni di origine controllata dei vini del Friuli Venezia Giulia saranno sempre più richieste come garanzia di qualità dai consumatori, in particolare sul mercato estero: una grande potenzialità che va ora però gestita in maniera unitaria da tutta la filiera produttiva. Questi gli esiti del convegno “Il valore delle Doc: cresce la viticoltura, migliora l’economia del Friuli Venezia Giulia” organizzato a Rauscedo, all’interno della manifestazione Le Radici del Vino, da Confcooperative Pordenone con Confcooperative Fedagri sia nazionale con il presidente Giorgio Mercuri presente tra i relatori del Friuli Venezia Giulia, insieme al Comune di San Giorgio della Richinvelda che lo scorso anno è stato nominato, primo in Italia a ricevere questo riconoscimento, Comune delle cooperative per il suo “Dna” ad alta concentrazione cooperativistica in diversi settori economici.

A fare gli onori di casa il sindaco Michele Leon e Luigi Piccoli, presidente di Confcooperative Pordenone, che ha portato pure i saluti del presidente regionale di Confcooperative Giuseppe Graffi Brunoro presente in sala. “San Giorgio – ha dichiarato Piccoli – è il positivo esempio della vocazione cooperativistica del nostro territorio, nonché un Comune che ha al suo interno tutta la filiera di coltivazione della vite, lavorazione dell'uva e vendita del vino curata da cooperative. In generale qui ci sono 13 cooperative operanti in vari settori, oltre 160 milioni di euro di fatturato totale, cui si aggiunge il miliardo di raccolta globale e impieghi gestiti da Friulovest, la banca di credito cooperativo. E poi più di 12 mila soci e 400 lavoratori, con relative famiglie, che fan riferimento alle cooperative di questo Comune. Con questa iniziativa abbiamo inteso anche sottolineare la valenza della cooperazione nell’aggregare i produttori agricoli, favorendo nel contempo il miglioramento della produzione, sia in termini qualitativi che quantitativi”.

Dai valori della cooperazione e sul come i mercati chiedano sempre più vini di qualità certificata si è sviluppato il dibattito, moderato da Daniel della Seta giornalista e conduttore del programma “L’Italia che va…” su Radio Rai,  Mercuri (presidente nazionale Fedagri Confcooperative) ha sottolineato come il vino sia l’ambasciatore all’estero dell’agroalimentare italiano mentre Giorgio Giacomello (presidente Fedagri Friuli Venezia Giulia Confcooperative) ha dichiarato che le nuove Doc Friuli e Pinot Grigio delle Venezie avranno successo come quella del Prosecco.

Pietro Biscontin (presidente Consorzio delle Doc Friuli Venezia Giulia) ha aggiunto che la nascita delle due nuove Doc non deve essere fine a se stessa ma necessiti ora di un lavoro comune di tutto il sistema dei consorzi regionali. Gabriele Castelli (ufficio vitivinicolo di Fedagri Confcooperative) ha illustrato le novità in campo europeo. Eugenio Sartori (direttore dei Vivai cooperativi Rauscedo) ha invitato il sistema Friuli Venezia Giulia a fare “massa” critica per rispondere alle esigenze dei grandi clienti internazionali, invito al quale Cristiano Shaurli (assessore regionale alle Risorse Agricole e Forestali del Friuli Venezia Giulia) ha replicato dicendo che serve soprattutto avere una gamma profonda di prodotti e sottolineando come anche per i vitigni autoctoni, superando logiche di campanile, si possano “sfruttare” per farsi conoscere i mercati aperti dal grande successo del Prosecco Doc.

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