Saba Anglana in scena a Pordenone

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redazione

2 Novembre 2016
Reading Time: 4 minutes

Per il Festival Internazionale di Musica Sacra

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Con una testimonial d’eccezione, l’interprete italo-somala Saba Anglana, artista eclettica e amata dal pubblico internazionale – autrice, cantante ma anche attrice, ha raggiunto la popolarità con le prime serie della fiction ‘La squadra” – e con un’anteprima assoluta si aprirà mercoledì 9 novembre la 25^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra di Pordenone, promosso da PEC – Presenza e Cultura, a cura di Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, per il coordinamento di Maria Francesca Vassallo.

Per festeggiare i 25 anni, i promotori hanno messo a punto un’edizione che si propone di esplorare “Da nord a sud del mondo. La fede dei popoli”, confermandosi viaggio multiculturale senza confini e barriere di generi musicali, per attraversare diversi linguaggi artistici ed esperienze culturali, ‘materializzando’ ponti e network fra latitudini estreme del pianeta. Ne sono testimonianza le due mostre ‘gemelle’ affidate al fotografo Elio Ciol, la prima in corso a Sesto al Reghena e l’altra in arrivo da gennaio a S. Vito al Tagliamento. Sul piano musicale il Festival propone quest’anno, dal 9 al 26 novembre a Pordenone, «tre spunti di riflessione, tre rappresentazioni di una certa “rusticitas” del fare musica che attingono direttamente all’anima della tradizione popolare – spiegano Calabretto e De Nadai -. L’impegno è quello di essere assolutamente contemporanei e allo stesso tempo portatori di una storia antichissima. Le Alpi del sud della Francia, la calda terra d’Etiopia e le gelide, infinite pianure russe sono la triangolazione geografica di questa edizione del festival. Avremo la possibilità di ascoltare la voce di Saba Anglana, fascinosa e carismatica figlia di una terra devota e religiosa, intrisa di una sacralità fortissima. Le voci del quartetto Corou de Berra sono frutto dello studio di quanto sopravvissuto nei remoti villaggi alpini di un mondo senza tempo: una memoria popolare tramandata nei secoli per via orale, con curiose puntate sul moderno repertorio cantautorale moderno, come nel caso del capolavoro di Fabrizio De André, Ave Maria. E infine il grande progetto sinfonico corale che mette accanto Stravinskij e Bach, un contrappunto a distanza tra la rude e tellurica orchestrazione della Sinfonia di Salmi e la sincera, paradigmatica, devozione del Cantor di Lipsia».

Saba Anglana aprirà il Festival mercoledì 9 novembre, all’Auditorium Concordia di Pordenone (ore 20.45) con “Abebech, fiore che sboccia”, l’evento di produzione proposto in anteprima e firmato in sinergia con l’Istituto di Culture Mediterranee (Puglia). Concepito come una “Storia di identità, preghiera e guarigione, il sacro nella cultura d’Etiopia “il concerto vedrà in scena anche un altro artista noto al grande pubblico, l’ex Mau Mau Fabio Barovero, autore e arrangiatore delle musiche, alla fisarmonica, piano e live electronics. Accanto a lui Federico Marchesano al contrabbasso e Mattia Barbieri al drum set. Lo spettacolo è composto soprattutto da testi e brani originali, ispirati al potere taumaturgico delle scale pentatoniche nella musica etiopica copta ortodossa. Ma tu vuoi guarire?, recita l’interrogativo clou della serata. Se il pensiero si muove, si muove anche la guarigione. Attraverso la rappresentazione, che segue il filo della memoria, si ricompongono i traumi, si compie un esorcismo creativo che libera l’energia spirituale della guarigione dalla pena e dal disagio esistenziale. Tutto ruota intorno alla storia vera di Abebech (in amarico, appunto, “Fiore che Sboccia”), la nonna di Saba, una donna etiope strappata dalla sua terra natale nel periodo della colonizzazione italiana. Abebech arriva a somatizzare la sua ‘deportazione’ con una paralisi alle gambe, e nel momento della guarigione si riconcilierà con le sue origini, pronta a ritornare in Etiopia con la famiglia. Abebech.

Si prosegue mercoledì 16 novembre 2016, nel Duomo Concattedrale di San Marco, con il Quartetto vocale “Corou de Berra, ensemble noto al pubblico internazionale, composto da Michel Bianco, Françoise Marchetti, Claudia Musso e Joris Baracroli. “Religiosità e spiritualità nella polifonia popolare delle Alpi del Sud” è il tema del concerto che echeggia la memoria musicale popolare della regione nizzarda: un patrimonio culturale di incredibile fascino, in cui coabitano il canto Barocco e il Gregoriano, il popolare e il sacro, la monodia e la polifonia, il latino e il nizzardo, l’oralità e la notazione classica e in cui si fondono influenze sarde, liguri, provenzali e piemontesi.

Congedo di eccellenza sabato 26 novembre, sempre nel Duomo Concattedrale di San Marco, con “Igor Stravinskij. Sinfonia di Salmi”, la produzione che affianca all’Orchestra San Marco il Coro del Friuli Venezia Giulia e Collegium Apollineum, diretti da Marco Feruglio, con Cristiano Dell’Oste Maestro del Coro. La Sinfonia di Salmi di Stravinskij è una delle icone del neoclassicismo novecentesco, il cui un linguaggio razionale fonde tutte le radici culturali del Vecchio Continente: quelle del cattolicesimo primo e vero, ma anche greche e romane, pagane, bizantine, latino – cristiane, rinascimentali e poi barocche. Un progetto che impegna un organico strumentale e vocale di rara ampiezza, realizzato dalle sinergie di Orchestra San Marco, Collegium Apollineum e Coro del Friuli Venezia Giulia, tra le principali realtà musicali della nostra Regione.

Tutti i concerti sono a ingresso libero.

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