Il sogno ritrovato

imagazine margherita reguitti

Margherita Reguitti

4 Novembre 2016
Reading Time: 4 minutes

Prorogata fino al 20 novembre la mostra su Hans Stainer_Rio

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“Conobbi Hans Steiner-Rio casualmente a Gorizia nel 1968. Passando davanti a una galleria vidi dalla locandina che era in atto la vernice di una mostra di opere grafiche. Allora il mondo della calcografi a mi era sconosciuto, non capivo come erano state eseguite quelle immagini, quale tecnica era stata utilizzata per realizzare quelle sfumature di colore che le rendevano così affascinanti. Sentivo che vedevo ciò che avrei voluto fare, volevo conoscere come”.

Inizia così il testo del pittore e incisore goriziano Franco Dugo pubblicato nel prezioso catalogo della mostra “Hans Stainer_Rio Il segno ritrovato”, allestita a Gorizia, al piano terra di Palazzo Attems Petszenstein, in piazza De Amicis.

L’esposizione è il giusto omaggio a un grande peintre-graveur (pittore incisore) a distanza di oltre 40 anni dall’ultima personale allestita a Pordenone.

Un far scoprire e conoscere, anche a un pubblico più vasto, l’opera di uno dei maestri più grandi del Novecento nel panorama internazionale. Un artista che pose la natura, il mondo vegetale, il paesaggio e l’essere umano al centro della sua grande opera che conta oltre 500 incisioni: numero che lo colloca fra i più prolifici in questa arte in assoluto. Esposti a Gorizia, dove morì nel 1974 (era nato a Graz nel 1910), i lavori fanno parte di un lascito affidato dallo stesso Steiner alla famiglia cittadina Laura Muzzo, composto da un centinaio di lastre e oltre 300 incisioni. Diverse le tecniche utilizzate: xilografi e, puntesecche, acquatinte e acquaforti. In alcuni casi però lo stesso incisore inventò tecniche nuove, unendo modalità diverse di esecuzione.

“Alcune incisioni – spiega Franco Dugo – rimangono per me un mistero; non sono ancora risuscito a capire come potesse ottenere certi risultati, contrasti di luce, sfumature di grigi, profondità e tridimensionalità dell’opera”.

Steiner, colpito dal timido ma forte desiderio di Dugo di essere artista incisore, lo invitò nel suo studio. “Il mio grande rammarico – confida Dugo – è che, preso da altre cose delle vita, non lo andai mai a trovare. Certo lui è stato il maestro che non ebbi. Era un insegnante nato e amava circondarsi di giovani desiderosi di imparare e sperimentare. Non rividi più Stainer, ma se nel 1976 inaugurai al Centro internazionale della Grafica di Venezia e poi successivamente proseguii in questa arte diventando negli anni ’90 anche docente nelle accademie di Venezia e Firenze, lo devo a lui”.

Steiner fu uomo cosmopolita, la sua vita fu vissuta fra Europa e America meridionale, fra Mitteleuropa e Brasile, sua patria d’adozione. Nacque a Graz dove la madre nubile, di origini triestine, fu mandata dalla famiglia a partorire. Nel 1924 visse per un periodo a Gorizia, emigrando poi nel 1930 in Brasile a Rio de Janeiro, da qui l’aggiunta di “Rio” al suo nome. Nel Paese

sudamericano la sua arte ebbe modo di manifestarsi e crescere grazie anche all’incontro con importanti maestri. Il più significativo per la sua carriera fu Carlos Oswald, l’artista che eseguì il disegno finale del “Cristo Redentore” che così si rivolgeva all’allievo prediletto, con il quale condivise anche la realizzazione di mostre in importanti istituzioni brasiliane:

“Ho sempre detto che sei nato per essere grafi co. Continua a lavorare e non lasciarti influenzare dalle teorie altrui. Devi solo lavorare e un giorno si parlerà di te”.

Oltre al testo di Franco Dugo, nell’ampia monografia, curata da Chiara Aglialoro, in italiano e tedesco, anche i saggi del critico d’arte di San Paolo del Brasile, Paulo Leones Gomes Vergolino, del conservatore della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia Alessandro Quinzi e del critico d’arte Giancarlo Pauletto. La mostra goriziana è realizzata e  promossa dall’Associazione culturale Ethos, presieduta da Patrizia Barbieri, con la collaborazione di Eros Cosatto dei Musei provinciali, primo evento organizzato a Gorizia con il neo nato ERPAC, l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia.

Particolarità del percorso espositivo la presenza del torchio dell’artista e l’esposizione di un quaderno autografo contenente l’elenco puntuale delle sue 517 incisioni, un inventario probabilmente compilato durante i viaggi in nave dall’Europa al Brasile, assieme a lastre originali. Le opere esposte spaziano e approfondiscono i cicli ai quali Steiner lavorò durante la sua vita: Mata-pau, vegetazione predatrice dei tropici, Urubù, animale saprofago o avvoltoio del nuovo mondo, Miniature,  Vegetazione, Penitenziario e Indigeni-Primitivi del Brasile, ma anche scorci di Gorizia. Lavori che spaziano dagli anni ’40 fino agli anni ’70.

Eventi straordinari della mostra, inoltre, le prove di stampa dal vero realizzate da Franco Dugo utilizzando una lastra originale sul torchio di Steiner. La mostra è visitabile fi no a domenica 20 novembre con orario da mercoledì a domenica dalle 10 alle 17 e giovedì dalle 10 alle 19. Info: tel. 0481 547499 / 0481 547541 musei@provincia.gorizia.it, www.hsteiner.it

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