Disegnare la vita

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redazione

15 Novembre 2016
Reading Time: 3 minutes

Luca Rigonat

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«Sono nato a Palmanova nel 1984 e vivo da sempre a Villa Vicentina. I miei genitori si sono accorti fin da subito della fatica che facevo a salire le scale e che camminavo male. Attorno ai 5 anni mi è stata diagnosticata una forma di distrofia muscolare. Dagli 8 anni ho dovuto utilizzare la carrozzina elettrica per potermi spostare in libertà senza l’aiuto degli altri. L’ho vissuta come fosse la mia bicicletta: gli altri si divertivano su due ruote, io mi scatenavo su quattro. A diciotto anni, per il normale decorso della malattia, ho iniziato ad avere difficoltà anche nel muovere le mani. Sempre in quei mesi ho dovuto cominciare a ricorrere al respiratore, non solo di notte ma anche durante il giorno. È stato un periodo molto faticoso, sono arrivato a pesare 35 kg. Ad oggi per fortuna non ci sono state grosse variazioni e ho messo su anche un po’ di pancia».

Le parole di Luca Rigonat hanno il dono speciale di portarci dritti all’essenza di noi stessi. Perché sono il preambolo di una storia che non vuole parlare di dolore o sofferenza, di pietà o lacrime. È una storia di amore e passione per la vita, una storia di speranza e di gioia. Emozioni che traspaiono dai colori degli splendidi disegni che Luca realizza senza soluzione di continuità.

«Ho sempre amato disegnare. Matite, colori e fantasia – confida – sono stati i miei compagni di gioco e il mio sfogo per anni, fino a quando la malattia me l’ha impedito. Sorprendentemente, uno strumento all’apparenza così freddo come un computer mi ha permesso di riscoprire una passione che avevo dovuto mettere da parte. Grazie a un sistema di puntamento oculare posso infatti controllare il mio computer con gli occhi e disegnare utilizzando Photoshop. Riguardando i quadri fatti finora, sembra che i miei soggetti preferiti siano la natura e gli animali, in realtà traggo ispirazione da tutto quello che mi circonda: un quadro, una canzone o anche da immagini che trovo su internet».

Un lavoro intenso che non conosce sosta, e che vede Luca proiettato verso il futuro nei panni di un osservatore sempre attento a ciò che accade nel mondo attorno a lui. «Ci sono tanti disegni – spiega – che ho ancora voglia di realizzare. Riesco a prendere ispirazione da ogni cosa che mi circonda: fino a quando continuerò a stupirmi per la bellezza del mondo, continuerò a disegnare».

Difficile non farsi contagiare da questa passione autentica, che ci insegna come nella vita osservare le cose da prospettive diverse possa aiutare a comprendere il significato della nostra esistenza. «Ricordo un episodio – racconta lo stesso Luca – in quarta elementare, avevo iniziato a usare da poco la carrozzina elettrica e i miei compagni di classe avevano accolto bene la cosa; uno in particolare, Mirco, aveva raccontato a sua mamma che avrebbe voluto anche lui una carrozzina come la mia. Nello sguardo dei bambini c’è sempre lo stupore; negli adulti spesso c’è la pietà, ma è

questa pietà che porta a vedere solo i limiti propri ed altrui, e non le potenzialità. Lamentarsi delle difficoltà della vita invece che provare a seguire sempre e comunque le proprie passioni fa di noi i veri disabili».

Aggiungere qualsiasi commento condurrebbe a un errore imperdonabile: scivolare nella retorica delle lacrime facili. Ecco perché scegliamo di fermarci qui, dedicando alle opere di Luca lo spazio che meritano. Ringraziandolo sinceramente per aver voluto condividere con noi la sua storia, convinti che possa essere un esempio prezioso per tutti coloro che tendono ad abbandonarsi con facilità al lamento per i contrattempi della quotidianità.

E, soprattutto, auguriamo a Luca di continuare a stupirsi per la bellezza del mondo, trasformando così in nuovi disegni la sua inscalfibile passione per la vita.

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