Villesse, sequestrato carico di luci natalizie

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redazione

9 Dicembre 2016
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Operazione della Guardia di Finanza

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I finanzieri della Compagnia di Gorizia, a Villesse, nel corso di un posto di controllo attivato nei pressi del casello autostradale, si sono imbattuti in un anonimo autoarticolato proveniente dalla Slovenia, il cui conducente, alla richiesta di esibire la documentazione di viaggio relativa alla merce trasportata nel rimorchio container, ha consegnato una generica packing list avente come oggetto un’unica tipologia di prodotti denominati “LAMP”, suddivisi in 1.080 colli e 31.586 pezzi. L’autista ha poi precisato di provenire da Lubiana e di essere diretto a Roma presso la sede di un grossista, dove avrebbe dovuto consegnare le “lampade” importate dalla Cina attraverso il porto di Capodistria a opera di una società con sede a Dunakeszi (Ungheria).

La genericità della descrizione della merce indicata nel documento di trasporto ha indotto le fiamme gialle goriziane a richiedere la rimozione dei sigilli apposti sul container, rilevando che i prodotti consistevano in luminarie natalizie a led. A questo punto l’autoarticolato è stato condotto presso la caserma “Sante Laria”, sede della Compagnia di Gorizia, dove è stato accertato che le luminarie erano prive delle dichiarazioni UE di conformità alla direttiva bassa tensione 2014/35/UE (recentemente recepita con l’approvazione del decreto legislativo 86 del 19 maggio 2016), della descrizione dei prodotti e delle istruzioni per l’uso, dell’analisi e valutazione adeguata dei rischi dei prodotti, delle relazioni sulle prove effettuate per la bassa tensione e la compatibilità elettromagnetica, della documentazione tecnica specifica, quale disegni costruttivi, schemi elettrici ed elenco dei componenti, delle indicazioni sul rischio fotobiologico obbligatorio per prodotti utilizzanti sorgenti luminose con tecnologia led. Si è accertato, in particolare, che sia sulle confezioni delle luminarie sia sulle stesse luci erano state apposte fallaci informazioni sulla possibilità di utilizzare le stesse anche in ambienti esterni e in caso di pioggia, nonostante fossero dotate della classica presa da interno e le luci non fossero predisposte per pioggia, neve e altri agenti atmosferici.

Le confezioni delle luci, inoltre, riportavano numerosi errori ortografici e grammaticali, segno di una traduzione dal cinese all’italiano approssimativa, e indicavano il logo di un’importante azienda internazionale di certificazione, il cui ufficio legale ha riferito che l’apposizione del marchio di conformità non era stato autorizzato. Le 31.586 luci di Natale, che erano state acquistate per poche migliaia di euro e che sarebbero state rivendute a un prezzo medio di circa 30 euro, per un totale di circa 1 milione di euro, sono state pertanto sottoposte a sequestro probatorio a iniziativa della Guardia di Finanza ai sensi dell’articolo 354 del codice di procedura penale, al fine di impedire che fossero immesse nel mercato nazionale. L’importatore comunitario, identificato nel legale rappresentante della società ungherese, e il destinatario delle luminarie natalizie, individuato in un soggetto di nazionalità cinese residente a Roma e già gravato da precedenti di polizia per contraffazione e frode in commercio, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, in concorso, per i reati previsti e puniti dagli articoli 441 (Adulterazione o contraffazione di cose in danno della salute pubblica) e 517 (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) del codice penale.

Alla luce delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Gorizia, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, Paolo Ancora, ha convalidato il sequestro disponendo ulteriori accertamenti sul rilevante carico di luci natalizie pronte per essere vendute senza garanzia alcuna per la salute e la sicurezza dei consumatori. Le imprese coinvolte nel traffico internazionale di prodotti non conformi sono state inoltre denunciate per responsabilità amministrativa ai sensi dell’art. 25 bis 1 (Delitti contro l’industria e il commercio) del decreto legislativo 231/2007, essendo i loro amministratori autori di violazioni penalmente rilevanti che configurano la responsabilità degli enti per gli illeciti dipendenti da reato.

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