Chirurgia robotica, da Trieste parte una nuova era

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redazione

20 Aprile 2017
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Presentata la piattaforma “Da Vinci Si”

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Si è tenuta presso l’Aula Rita Levi Montalcini dell’Ospedale di Cattinara la conferenza stampa di presentazione delle attività di chirurgia robotica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste. Dal mese di aprile, infatti, l’Azienda Sanitaria si è dotata del robot “Da Vinci Si”, una piattaforma robotica che consente di eseguire interventi mini invasivi complessi e ad alta precisione, che viene utilizzato nell’ambito degli interventi chirurgici in urologia, chirurgia generale, otorinolaringoiatria e ginecologia, in quest’ultimo caso in collaborazione con il Burlo Garofolo.

La chirurgia robotica rappresenta allo stato attuale l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva, successiva alla laparoscopia. Mediante l’utilizzo della piattaforma robotica, il chirurgo non opera con le proprie mani ma manovra le “braccia” di un robot, equipaggiate con gli strumenti chirurgici più adatti alle manovre da compiere. Il tutto avviene mentre il chirurgo rimane seduto dietro a una console situata in sala operatoria a pochi metri dal paziente. La postazione di controllo si basa su tecnologie in grado di trasformare il movimento delle mani del chirurgo in impulsi che vengono inviati alle braccia robotiche. Grazie a questo sistema il chirurgo viene letteralmente “immerso” nel campo chirurgico, senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, ed è in grado di valutare al meglio i piani di dissezione anatomici “vivendo” l'intervento chirurgico quasi dall'interno del corpo del paziente.

Urologia, chirurgia generale e oncologica, chirurgia otorinolaringoiatrica e chirurgia ginecologica sono solo alcune fra le specialità chirurgiche in cui più spesso trova applicazione la chirurgia robotica. Questa chirurgia, meno invasiva e cruenta rispetto alla chirurgia tradizionale, porta con sé benefici, ripartiti equamente fra l’operatore e il paziente che si sottopone all’intervento. Il robot, infatti, consente una maggior facilità di accesso a vie anatomiche particolarmente difficoltose, oltre ad una maggior precisione demolitiva nei confronti dei tumori e riduzione dei tempi di intervento. Le cicatrici che residuano da una procedura di chirurgia robotica (come già avviene con le tecniche laparoscopiche tradizionali) sono piccole e poco evidenti, inoltre il dolore è ridotto al minimo, il rischio di complicanze post-operatorie è molto più basso e la ripresa delle attività della vita quotidiana è molto più rapida che con la chirurgia tradizionale.

L’introduzione del robot chirurgico rende Trieste la prima realtà nella regione Friuli Venezia Giulia, in cui è operativa  la piattaforma Da Vinci

“Questa innovazione – ha dichiarato il direttore generale di ASUITS, Nicola Delli Quadri – dimostra, ancora una volta, che il sistema sanitario triestino rappresenta una realtà importante al servizio del cittadino, coordinata con tutte le altre organizzazioni come il Burlo e l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 2 “Bassa Friuliana e Isontina”.

Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Maria Sandra Telesca, assessore alla salute del Friuli Venezia Giulia, Carlo Grilli, assessore alle politiche sociali del Comune di Trieste, Giovanni Pilati, direttore generale, Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 2 Bassa Friulana-Isontina, Gianluigi Scannapieco, direttore generale del Burlo Garofolo, Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento universitario clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute dell'Università degli Studi di Trieste, Nicolò de Manzini, direttore dell'UCO di Chirurgia Generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste e Carlo Trombetta, direttore della Struttura Complessa di Clinica Urologia, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste.

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