Nato per correre

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redazione

23 Giugno 2017
Reading Time: 2 minutes

La storia di Giacomo Goina

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Giacomo Goina, atleta giuliano di 28 anni, ha presentato al pubblico a Monfalcone la sua impresa, denominata '42×42 Born to run'. Partito il 17 aprile scorso da piazza Unità a Trieste, ha concluso le sue fatiche podistiche sotto la pioggia il successivo 28 maggio in piazza Syntagma ad Atene con set di foto ricordo tra i marmi pentelici del vicino stadio Panathinaiko. In tutto 1.966 chilometri coperti, in 42 giorni, perocrrendo quotidianamente la distanza di una maratona: 42 chilometri.

Insieme a Goina, il team dell'impresa internazionale era composto anche dall'amico Alessandro Sciotto (al volante della vettura che seguiva il podista) e dalla fotografa Ana Blagojevic che, spesso dal sellino di una bicicletta, ha immortalato il viaggio intero con scatti e video che presto diventeranno un documentario.

Grazie all'ausilio di uno schermo, ampio assaggio di queste testimonianze multimediali è stato fornito anche in occasione dell'incontro, nel Goina è stato affiancato dai componenti del team di professionisti che hanno supportato l'avventura: il padrone di casa Matteo Saule (che ha curato direttamente l'integrazione alimentare, in coordinamento con lo sponsor tecnico +Watt, rappresentato da Vittorio Baccari, che ha messo a disposizione anche un biologo per il completamento di un piano operativo scientifico), la dottoressa Stefania Bernardis (fisioterapista della Movita di Udine che ha seguito l'atleta anche sotto l'aspetto posturale nelle fasi di preparazione dell'impresa, fornendo in preziosi plantari) e Ruggero Poli (presidente dell'Asd G.S. San Giacomo di Trieste.

Tra i presenti anche alcuni atleti di spicco a livello nazionale, specialisti della disciplina e delle ultra maratone, che nel corso dei mesi hanno regalato consigli e incoraggiamento all'ambizioso neofita, come il campione tricolore Paolo Massarenti e l'esperto Roberto Tomat che ha letteralmente 'guidato' Goina in occasione del suo primo test sulla distanza olimpica: l'Unesco Cities Marathon Cividale-Palmanova-Aquileia.

Storia dell'impresa, aneddoti, segreti e curiosità sono arrivati direttamente dalla voce di Giacomo Goina che, altro elemento clamoroso, non vanta alcun precedente nel mondo del podismo, essendo stato calciatore da ragazzino e poi atleta sì, ma nel mondo artistico dell'accademia di danza…:

Rimasti senza camper e fisioterapista a pochi giorni della partenza – ricorda Goina – ho dirottato su una semplice utilitaria e due amici, disposto anche a partire da solo. Avevamo una diaria di 42 euro in tre, benzina esclusa, e un paio di volte abbiamo dormito, male, anche in tenda. Nell'arco dell'impresa ho perso solo tre chili, anche grazie alle staffette di chi mi consegnava integratori e materiali tecnici provenienti da Monfalcone e Trieste nelle località più disparate dei Balcani: i preparatori hanno sentenziato che sono 'geneticamente predisposto'…”.

Anche se non sono mancati i momenti di difficoltà: “L'unico momento difficile si è verificato dopo i primi sei giorni e sei maratone quando sono stato 'convinto' a riposare per un giorno. La presi come una sconfitta. Alla fine ho consumato quattro paia di scarpe, cambiandole ogni 650 chilometri. Ho coperto ogni singola maratona con il tempo medio di 4h55 'e solo in qualche caso sono andato oltre le cinque ore. Il miglior tempo? Proprio l'ultima prova: 3h38'”.

E adesso? Sto pensando seriamente alle Olimpiadi. Ma, sinceramente, non so ancora in quale specialità concorrere e a quale edizione partecipare…”.

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