Green economy, prospettive rosee per l’occupazione

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redazione

18 Agosto 2017
Reading Time: 4 minutes

Incontro a Lignano

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Il settore dell’energia è in continua crescita, soprattutto nel comparto delle energie rinnovabili, tant’è che solo in Italia si attendono investimenti pari a 9 miliardi annui per i prossimi tre decenni. Tutto ciò porterà alla creazione di sempre più posti per laureati e diplomati in materie tecnico-scientifiche (meccanica, elettronica, informatica, agraria, biologia, chimica), ma anche per venditori e commerciali. Opportunità di lavoro che, tuttavia, i giovani potranno cogliere se sapranno formarsi nel modo migliore (fondamentale l’inglese), scegliendo i corsi di studi adeguati, mettendo in campo passione e disponibilità a impegnarsi per crescere e imparare.

Lo hanno sostenuto i tre esperti intervenuti al terzo appuntamento di Economia sotto l’Ombrellone  Lignano Pineta il cui tema era: “L’energia comparto del futuro: occupazione tra produzione e vendita”. Massimo Berka general manager di Biogaservizi, Roberto Pilat di Sky Gas&Power e Marco Tam presidente del Gruppo Greenway hanno risposto alle domande del moderatore Carlo Tomaso Parmegiani e del pubblico delineando le prospettive di un settore sempre più fondamentale per la vita di tutti noi.
«Le potenzialità di sviluppo nei prossimi anni delle energie cosiddette verdi – ha affermato Tam – sono notevolissime. La Germania, ad esempio, ha già deciso di uscire progressivamente dalle produzioni di energia più inquinanti per spostarsi verso quelle più ecologiche. Nel contempo, nelle case di tutti noi il ruolo dell’elettricità sarà sempre crescente e sostituirà progressivamente l’uso del gas, così come nei mezzi di trasporto ci sarà un forte aumento dei motori elettrici a scapito di quelli che utilizzano carburanti fossili. Per cui le prospettive di sviluppo per gli impianti in grado di produrre elettricità in modo ecocompatibile e carbon free sono molto interessanti e il nostro Paese può giocare un ruolo fondamentale viste le importanti competenze sviluppate nella costruzione di impianti di produzione di energie rinnovabili come fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse, biometano».

Sulla stessa linea Berka: «Le prospettive di sviluppo del settore sono interessanti e, d’altra parte, i numeri lo confermano: secondo diverse rilevazioni, il comparto dell’energia verde è in grado di generare posti di lavoro pari a 15 volte quelli generati dalla produzione di energia con metodi inquinanti. Vedo solo due ostacoli potenziali: uno diffuso in tutto il mondo, ossia il cosiddetto effetto “nimby” per cui nessuno vuole gli impianti di produzione vicino a casa propria, mentre le produzioni ecosostenibili dovranno per forza vedere un grande aumento del numero di impianti; l’altro tipicamente italiano, ossia la burocrazia esasperante per cui oggi, ad esempio, per un impianto a biomasse ci possono volere le autorizzazioni di circa 50 enti diversi, il che ovviamente rallenta i tempi di realizzazione, aumenta i costi e conseguentemente rende le energie verdi meno competitive e meno attraenti per gli investitori».

Ha affermato Pilat: «L’incentivazione alle energie rinnovabili ha tuttavia permesso la creazione e lo sviluppo di un settore produttivo che un po’ alla volta sta diventando autosufficiente creando molti posti di lavoro che coinvolgono tutta la filiera sia nel campo della produzione, sia in quello della distribuzione. Un ulteriore sviluppo al settore arriverebbe dal completamento definitivo della liberalizzazione del comparto che, partita a fine anni ’90, non è stata del tutto terminata e vede ancora una posizione di privilegio dell’ex monopolista. L’attesa liberalizzazione, prevista nel 2016, è stata prorogata al momento al 2019».
Il settore energetico continua a crescere e vede nel Triveneto una delle aree italiane in cui più si sono sviluppati sia gli impianti sia nuove aziende che fornisco know-how, componenti, tecnologie e consulenze per la realizzazione degli impianti stessi, il che offre grandi opportunità lavorative. «Basti pensare – ha sostenuto Tam – alle enormi potenzialità di sviluppo del biometano, che sarà il biocarburante italiano del futuro per l’autotrazione pesante (camion e autobus), e che darà lavoro ad agronomi, tecnici, sviluppatori di software e informatici perché l’agricoltura ormai si sta affacciando prepotentemente alle nuove tecnologie e all’Iot».

Visto anche il piano energetico nazionale la quota delle rinnovabili andrà crescendo. Ha proseguito Berka: «Stanno partendo molte altre autorizzazioni, oltre alle nostre, per nuovi impianti di produzione di biometano, soprattutto nel Sud Italia dove permetterebbero anche di attenuare un problema annoso come quello della gestione dei rifiuti e dove potrebbero avere interessanti ricadute occupazionali. In generale si prevede nei prossimi trent’anni un aumento della produzione elettrica del 75% rispetto ai livelli attuali e nel 2050 il 90% della produzione elettrica totale arriverà dalle rinnovabili. Oggi su un investimento di un nostro cliente di 1 milione di euro (anche per impianti all’estero) circa il 60% è ricaduta tecnologica prevalentemente su imprese del FVG e del Veneto, quindi, possiamo sicuramente dire che dal comparto energetico arrivano ottime possibilità lavorative sia dirette, sia nell’indotto».

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