Pordenone, 13 medici evadono quasi 2 milioni di euro

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redazione

7 Settembre 2017
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Operazione “Pegaso” della Guardia di Finanza

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Nell’ambito di attività finalizzate al contrasto dell’evasione fiscale nei confronti di soggetti percettori di redditi di lavoro autonomo, la Guardia di Finanza di Pordenone ha posto sotto la lente di ingrandimento l’attività libero professionale condotta da alcuni medici specialistici, relativa al rilascio di certificazioni per la guida di autoveicoli.

Tali specifiche prestazioni sono state verificate in quanto, oltre a prestarsi a fenomeni evasivi, coinvolgono una vasta platea di soggetti che – con cadenza variabile da due a dieci anni – deve sottoporsi a visite mediche per ricevere l’idoneità psico-fisica per il rinnovo delle abilitazioni di giuda. L’attuale disciplina normativa prevede, in caso di primo conseguimento della patente, che i certificati di idoneità siano trasmessi dai professionisti del settore in formato cartaceo alla Motorizzazione Civile Provinciale che riversa poi i dati nel sistema informatico del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti; per le visite mediche di rinnovo delle patenti di guida, invece, la procedura impone ai medici di trasmettere telematicamente, all’Ufficio Centrale Operativo del citato Ministero, i dati dei certificati rilasciati.

Nel corso di una pianificazione delle attività ispettive è stata quindi acquisita (su supporto digitale), da parte della Guardia di Finanza di Pordenone, la documentazione di oltre 119.000 posizioni afferenti prestazioni rese, in un quinquennio, da medici operanti nella Provincia a favore di altrettante persone che richiedevano il rilascio/rinnovo della patente di guida. Dette evidenze informative massive sono state poi confrontate con le posizioni reddituali dichiarate dai professionisti certificatori all’Amministrazione finanziaria ed è stato quindi rilevato che le prestazioni mediche perfezionate (da un costo medio unitario di circa 25 euro), in 71.564 episodi (pari al 60% delle prestazioni complessive) erano state rese in evasione di imposta, ossia senza il rilascio di alcun documento fiscale.

All’esito di tale monitoraggio sono state quindi avviate specifiche attività ispettive nei confronti dei tredici medici specialistici residenti nel pordenonese, nei confronti dei quali sono stati complessivamente constatati oltre 1,8 milioni di euro di redditi non dichiarati da sottoporre a tassazione sia ai fini IRPEF (imposta nazionale) che ai fini IRAP (imposta destinata alla Regione Friuli Venezia Giulia). Undici dei tredici professionisti sottoposti ad attività ispettive, accettando integralmente i rilievi formulati nel corso delle verifiche e contestualmente alla loro conclusione, hanno richiesto all’Amministrazione finanziaria di definire la propria posizione, versando quanto non dichiarato.

Tale iniziativa di “compliance” ha consentito di chiudere immediatamente l’attività accertativa consentendo all’Amministrazione pubblica un immediato recupero delle imposte in precedenza evase.

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