Pordenone si tatua i versi di Pasolini

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redazione

25 Ottobre 2017
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A 42 anni dalla scomparsa dell’intellettuale

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A quarantadue anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, in vista della data che ricorda il ritrovamento del suo corpo senza vita – giovedì 2 novembre –  Pordenone si veste ancora di poesia,

questa volta in modo tangibile e permanente, con i versi di una lirica “speciale” del poeta di Casarsa, “La pioggia”.  È il Teatro Comunale Giuseppe Verdi a “tatuare”, su una parete della sua facciata in viale Martelli un segno d’autore: «La scelta di imprimere una poesia di Pasolini sulla facciata del Teatro Verdi – osserva il presidente del Teatro Verdi Giovanni Lessio – è simbolica, perché sappiamo bene quanto la musica sia stata humus determinante per l’ispirazione poetica di Pasolini nei suoi

formidabili anni giovanili e friulani. Il Verdi è la casa della musica, in città: la memoria poetica de “La pioggia” testimonierà nel tempo questo connubio».   «“La pioggia” – spiega il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta

che l’ha scelta – è una poesia emblematica per composizione, per atmosfera, per l’evocazione di luoghi da condividere con i propri affetti.  Sono versi nei quali spicca la forza poetica di Pasolini al di là di qualsiasi indirizzo ideologico, al di là del fattore di identificazione linguistica con l'area friulana: saranno quindi rivolti ai cittadini, come ai tanti visitatori e turisti culturali di Pordenone».

«È un modo intelligente – commenta il sindaco Alessandro Ciriani – per diffondere per strada l'arte e la cultura e allo stesso tempo abbellire e impreziosire la città; un percorso che abbiamo già avviato con i murales culturali di via Matteotti e con il restauro della storica poesia “Cosmo saturo” di Ludovica Cantarutti sul muro del Centro Studi».

Giovedì 2 novembre, alle 12, l’artista sarà ricordato con la visita alla sua tomba, nel cimitero a Casarsa. In serata le iniziative si sposteranno nel cuore di Pordenone: alle 19 sarà inaugurata ufficialmente, all’esterno del Teatro in viale Martelli, la calcopoesia de “La pioggia”. E alle 20.45 il sipario del Verdi, in esclusiva regionale, si alzerà su “La ricotta”, monologo teatrale che riprende una delle più suggestive opere di Pier Paolo Pasolini: il racconto omonimo del 1963 e l’episodio tratto per il film immediatamente successivo. 

Sarà l’attore romano Antonello Fassari, volto noto al grande pubblico teatrale e televisivo, a portare in scena questa rilettura de “La ricotta” che siglerà il debutto del cartellone di Prosa 2017/2018 del Teatro Verdi e della rassegna “Contaminazioni”. Dichiarò Pier Paolo Pasolini: «La storia della Passione che indirettamente “La ricotta” rievoca è per me la più grande che sia mai accaduta, e i testi che la raccontano i più sublimi che siano mai stati scritti».  A conclusione dello spettacolo un’occasione in più sarà offerta al pubblico per approfondire i temi di Pasolini e il set ‘visionario’ de “La ricotta”, grazie all’incontro con lo studioso Luciano De Giusti, ordinario all’Università degli Studi di Trieste, che si svolgerà direttamente in palcoscenico.

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