Uno spettacolo da… Combattente

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Margherita Reguitti

9 Gennaio 2018
Reading Time: 2 minutes

Tutto esaurito al Rossetti

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Il pubblico del Politeama Rossetti di Trieste ama Fiorella Mannoia e glielo ha dimostrato con il tutto esaurito al concerto di domenica scorsa, una delle date finali del trionfale tour “Combattente” che si concluderà il 13 gennaio a Milano.

Poi la cantante, autrice, dal 2017 anche attrice, conduttrice e produttrice volerà oltre oceano. Il 23 febbraio infatti sarà la sua prima volta a New York, al Town Hall di Broadway, per una serata live n°101. Così saluterà il pubblico per poi dedicarsi ai progetti futuri.

Elegante e sapiente interprete, Fiorella Mannoia ha generosamente offerto al pubblico un programma di canzoni morbidamente ed energicamente amalgamate. Fili diversi intrecciati a formare un arazzo multicolore e di spessori diversi, cifrato dalla sua passione e attenzione verso temi dell'amina, dell'essere donne e uomini e di valori etici e civili. Narratrice di parole e note, Fiorella Mannoia ha dialogato con il pubblico creando un'intimità da amici, parlando e duettando. Ha aperto il concerto con un brano autobiografico “I miei passi”, ha scherzato sulla sorte bizzarra che 30 anni dopo “Caffè nero Bollente” l'ha riportata nel 2017 sul palco di Sanremo con “Che sia Benedetta”, facendole però mancare la vittoria per “una scimmia” (ogni riferimento voluto con l'Occidentali’s Karma di Gabbani).

Equilibrata e intensa: rara se non unica figura autorale e interprete di testi propri o di altri autori, scegliendo temi che sono narrazioni poetiche dell'essere cittadini e cittadine, donne e uomini che lottano, sono felici e infelici, cadono e si rialzano. Esseri sempre in cerca di qualcosa.

Ha cantato delle violenze sulle donne, “Nessuna conseguenza” e “I pensieri di Zo”, ma anche di madri e figli, “In viaggio”, del coraggio di affrontare i sensi di colpi, “La cura”, o della perdizione di un uomo che si crede libero mentre è schiavo del profitto, “Le parole perdute”. “Combattente”: ” È una canzone che mi rappresenta anche se non l'ho scritta io – ha spiegato – ma avrei potuto farlo. Ma senza essere presuntuosa tutti combattiamo, per un'idea, per la salute o un lavoro. Per essere felici”.

Intensi gli omaggi a Mina, Battiato e Dalla, originali, marchiati da una personalità che non copre ma ripropone. Triplo bis finale con “Felicità”, “Quello che le donne” e “Il cielo d'Irlanda”.

Interessanti e d'efficace impatto i video che scorrevano sul fondale, cortometraggi mai banali né didascalici, sempre con temi, linguaggio narrativo e stili diversi, capaci di aggiungere alle canzoni senza togliere attenzione.

Ancora una volta gli organizzatori di Azalea e Zenit con la direzione del Politeama Rossetti possono dire: centro!

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