Sequestrati quasi 4 mila litri di birra a Gorizia e Monfalcone

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redazione

19 Settembre 2018
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Operazione della Guardia di Finanza

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La Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia nelle ultime settimane ha proceduto al fermo di quattro veicoli sospetti rinvenendo a bordo 3.830 litri di birra importata illegalmente dall’Est Europa. I conducenti, cinque persone di nazionalità rumena e uno di nazionalità bulgara, residenti tra le province di Milano, Roma e Grosseto, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia per i reati di contrabbando e irregolarità nella circolazione di prodotti alcolici, mentre la birra è stata sottoposta a sequestro.

I fermi dei veicoli, anonimi furgoni immatricolati in Romania e Bulgaria, utilizzati anche per il trasporto di persone e dotati in alcuni casi di carrelli appendice, sono avvenuti a Gorizia, presso il valico confinario “Sant’Andrea” e a Monfalcone presso il casello autostradale “Lisert”, nell’ambito di quattro distinte operazioni di servizio.

La birra, acquistata e prodotta nei Paesi d’origine dei denunciati, non era accompagnata da alcun documento di trasporto in grado di provare l’avvenuto pagamento dell’accisa ed era nascosta sotto i bagagli dei passeggeri e degli autisti, i quali si sono giustificati dichiarando ai finanzieri goriziani che doveva essere distribuita durante alcune feste con amici e parenti già organizzate presso i luoghi di domicilio in Italia. In realtà le perquisizioni dei conducenti e dei camioncini, eseguite subito dopo i fermi, hanno consentito di rinvenire alcuni appunti manoscritti da cui si è desunto che la birra sarebbe stata consegnata, nelle città di residenza dei contrabbandieri, ad alcuni negozi di vendita al dettaglio di generi alimentari, i quali l’avrebbero poi commercializzata senza provvedere al pagamento dell’accisa dovuta e aggirando le norme prescritte per l’acquisto, la circolazione e la successiva vendita dei prodotti alcolici.

L’Autorità Giudiziaria di Gorizia ha convalidato i sequestri d’iniziativa e i sei soggetti rischiano ora, oltre alla confisca del prodotto, la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da due a dieci volte l'imposta evasa.

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