Più economia nella cultura e più cultura nell’economia: un principio fondante di Bottega Errante, associazione culturale, casa editrice, ma anche laboratorio di proposte culturali, workshop ed eventi. Un progetto nato nel 2011, per nulla velleitario ma anzi molto concreto, nel quale l’unione di giovani e differenti professionalità ha saputo creare economia culturale di qualità. Otto appassionati, diversi per formazione e interessi, che hanno fatto della multidisciplinarità una leva di forza per fare della cultura un business. «Bottega Errante Edizioni ha un catalogo di autori italiani e internazionali di tutto rispetto, pubblica pochi libri all’anno perché crede in un’editoria lenta che non rincorre le novità a tutti i costi – spiega Alessandro Venier, uno dei membri operativi – ma anzi accompagna i suoi autori in un lungo viaggio».
Come vi siete incontrati e come avete iniziato questa avventura?
«Tutto nasce dalle passioni per le parole, i libri e per il concetto di erranza. Il gruppo originario era formato da differenti professionalità del mondo della cultura unite da un sentire comune; Bottega Errante era una sorta di territorio articolato che comprendeva le attività di organizzazione di rassegne e di laboratori creativi, la produzione e la messa in scena di reading. Nel corso del tempo Bottega Errante è cresciuta, si è modificata e ha abbracciato anche il mondo dell’editoria e dell’organizzazione di festival. Dopo aver creato la collana Gli Erranti assieme a Ediciclo, nel 2015 è nato il marchio editoriale indipendente Bottega Errante Edizioni, inaugurato con la pubblicazione di Guarneriana Segreta di Angelo Floramo. La passione è diventata un lavoro che riempie felicemente le nostre giornate».
Come scegliete gli autori da pubblicare fra classici, saggistica, narrativa e prime traduzioni italiane?
«Abbiamo un’idea molto precisa. Il nostro progetto editoriale si divide in tre grandi collane, tutte basate sull’elemento delle narrazioni, dei luoghi e del viaggio. In Estensioni ospitiamo il meglio della letteratura contemporanea e classica dell’Est Europa, in particolare dei Balcani. Amiamo profondamente quest’area, ci andiamo spesso, incontriamo autori, traduttori, case editrici, agenzie. Riteniamo che, sia nella storia che ai tempi nostri, i Balcani siano crocevia sociale, politico, storico, umano di movimenti, tensioni, ideali. In Camera con vista ospitiamo narrazioni (romanzi o racconti) che partono dai luoghi, siano essi fisici o ideali. Nei nostri libri siamo saliti in cima a una montagna, abbiamo frequentato le osterie, siamo entrati e usciti dal carcere, abbiamo coltivato la terra con i matti, abbiamo camminato lungo il confine orientale, abbiamo seguito il corso di un fiume scomparso, abbiamo raccontato il caos. Infine ne Le città invisibili ospitiamo narrazioni urbane, che partono dalle nostre città, dai centri storici e dalle periferie dove abitiamo. Sono giornalisti, scrittori, fotografi, raccontano la parte oscura, meno conosciuta, di luoghi più o meno grandi».
Il Friuli Venezia Giulia è una regione dove la gente legge molto, partecipa a festival e vita culturale ma è anche un contesto dai numeri contenuti…
«Viviamo in un’isola felice per il mondo della lettura e della cultura. Udine, ma in generale tutto il territorio regionale, è ricco di librerie e di luoghi in cui incrociare e respirare cultura. Ci sono festival meravigliosi come pordenonelegge.it, vicino/lontano, èStoria ma anche stagioni teatrali e festival di cinema dal respiro nazionale e internazionale. Con così tanta ricchezza in giro, c’è solo da essere felici».
Come si è evoluta nel tempo la vostra attività?
«Abbiamo cominciato con l’organizzazione di laboratori e con la produzione e messa in scena di reading, attività che manteniamo e che ancora oggi fanno parte della nostra quotidianità. A tutto questo si sono aggiunte però la direzione artistica e organizzativa di festival (pensiamo soprattutto La Notte dei Lettori e il Festival del Coraggio) e l’attività editoriale con la nascita del marchio BEE – Bottega Errante Edizioni. Da qualche anno la pubblicazione di libri e l’organizzazione di eventi sono diventati il cuore della nostra attività».
In un’economia editoriale dominata dai grandi gruppi come vi siete ritagliati un vostro spazio autorevole, premiato dai riscontri di vendite?
«Crediamo fortemente nell’editoria indipendente e lenta, nei titoli longevi che non si esauriscono nel giro di una stagione; pensiamo che il catalogo non sia solo la spina dorsale di una casa editrice, ma anche il suo vero capitale, la sua reale anima. Pubblichiamo al massimo 15 titoli all’anno, una scelta precisa che ci permette di curare, promuovere e sostenere ogni libro come merita. Abbiamo un progetto editoriale chiaro: poche collane che hanno determinate caratteristiche di testi, di autori, di grafica; lavoriamo con molto anticipo, programmando le uscite da qui a 2-3 anni; manteniamo viva e costante la comunicazione, l’energia, lo scambio e la condivisione con i redattori, i traduttori, le tipografie, i consulenti, le agenzie, i grafici, gli autori e i librai. E poi crediamo che il grande segreto sia quello di non imbrogliare mai i propri lettori, ma di creare un rapporto di fiducia e di lealtà nei loro confronti».
Quando decidete il programma di attività chi impone i paletti dei numeri economici da rispettare?
«Essere editori significa sia fare attività culturale sia dover rispondere al mercato. C’è una valutazione complessiva che viene condivisa. Ogni libro deve rispondere anche a un piano economico e quindi per ogni pubblicazione abbiamo singoli obiettivi di vendita e punti di pareggio da rispettare. Il ragionamento è complessivo e riguarda quindi, allo stesso tempo, gli aspetti editoriali, culturali ed economici. Non siamo un circolo culturale, ma un’impresa che deve stare in piedi dal punto di vista economico. Noi, a differenza delle grandi case editrici, non abbiamo un ufficio all’ultimo piano che detta la linea. Siamo liberi e felici di esserlo».
Dal pubblico dei vostri corsi e dai lettori dei vostri libri arrivano spunti dei quali tenete conto?
«Abbiamo una rete, fatta sia di lettori sia di consulenti, che quotidianamente ci offre spunti e sguardi privilegiati sul mondo dell’Est Europa. E poi dall’incontro diretto con i lettori, alle fiere o nei festival, possono nascere esperienze interessanti. Da tempo avevamo in mente di pubblicare Le marlboro di Sarajevo di Miljenko Jergović, un libro bellissimo ma introvabile in Italia. Molti lettori ce lo hanno chiesto, più e più volte. Nel 2019 accontenteremo il loro (e nostro) desiderio».
Qual è il vostro rapporto con le istituzioni?
«Assieme al Comune di Udine e alla Regione Friuli Venezia Giulia realizziamo La Notte dei Lettori, un festival dal respiro nazionale dedicato al mondo dei libri e dei lettori, quel popolo silenzioso di cui troppo spesso ci si dimentica. Il festival, giunto alla sesta edizione, in questi anni ha avuto ospiti come Roberto Vecchioni, Vasco Brondi, Massimo Cirri, Enrico Brizzi, Luigi Lo Cascio. Fondamentale per la riuscita del festival è il coinvolgimento di tutte le librerie cittadine e di molte associazioni che operano nel mondo della lettura. Invece, con il Comune di Cervignano del Friuli, la Fondazione Friuli e la Camera di Commercio di Udine organizziamo il Festival del Coraggio, in cui declinare questa particolare parola attraverso l’esperienza di piccoli e grandi atti di coraggio. Ospiti della prima edizione nel 2018 sono stati, tra gli altri, Federica Angeli, Gherardo Colombo, Paolo Flores D’Arcais e The Leading Guy».
Nuovi progetti per l’anno in corso?
«Sarà un 2019 intenso e meraviglioso. Il nostro catalogo si arricchirà di 13 nuovi titoli; a breve usciranno La ragazza del bar centrale di Alessandro Toso e Gli occhi di Firenze di Paolo Ciampi, e poi pubblicheremo un inedito del grande scrittore Meša Selimović e il nuovo romanzo di Božidar Stanišić. Come casa editrice parteciperemo ai più importanti appuntamenti editoriali come il Salone del Libro di Torino, BookPride a Milano, il PisaBookFestival e Più Libri Più Liberi a Roma. Saremo presenti, tra gli altri, ai festival vicino/lontano a Udine, a pordenonelegge.it, al Festival della Letteratura di Mantova e a èStoria a Gorizia. E poi, ovviamente, ci aspetterà l’organizzazione della sesta edizione de La Notte dei Lettori e della seconda edizione del Festival del Coraggio, oltre alla realizzazione di un documentario sulla città di Udine che ci vede tra i collaboratori».
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