Il tifo per il prossimo

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Livio Nonis

26 Marzo 2019
Reading Time: 4 minutes

Basket de Raza

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Tutto nasce dalla volontà di dare una continuità al tifo, renderlo costruttivo, non limitarsi a sostenere i propri beniamini, in questo caso la squadra di serie B della Falconstar, bensì trovare motivazioni affinché le persone aiutino lo sport giovanile, lavorando e impegnandosi nel sociale, con la grande idea di far sì che anche i giovani collaborino, si rendano utili per la loro crescita personale e anche per le proprie società di appartenenza.

Con questi presupposti è nata l’associazione di promozione sociale “Basket de Raza” che prende il nome dalla Sagra de le Raze di Staranzano. Una sola parola d’ordine ma importante, “solidarietà”, e un obiettivo, “auto-finanziamento”,  collaborando con il mondo sportivo, pallacanestro in primis. È partito perciò un impegno costruttivo con due realtà del territorio bisiaco: l’Associazione Basket Femminile Monfalcone e la Pallacanestro Monfalcone, presenti in tutte le manifestazioni con giovani giocatori e dirigenti che si preoccupano di dare una mano in ogni aspetto logistico, compreso servire ai tavoli, cucinare, rassettare… L’importante è valorizzare i giovani, responsabilizzarli, far comprendere loro che se non è facile vivere dal di dentro una manifestazione, altrettanto non lo sarà affrontare i problemi della vita.

I ragazzi sanno anche che parte del ricavato delle manifestazioni andrà alle proprie associazioni sportive, consentendo loro di giocare e divertirsi, perché l’associazione – che non ha fini di lucro – sponsorizza le attività dei sodalizi collaborativi. Tra questi la Calicanto Onlus di Trieste, associazione che aiuta i ragazzi portatori di handicap. Una serata della Sagra de le Raze viene riservata all’esibizione di questi giovani: un lavoro immane per animatori e maestri, ma che ha portato ottimi frutti. Senza scordare il gemellaggio con la Castelvecchio Basket in Carrozzina e la collaborazione con l’Associazione Vanessa Onlus “Un ponte per la Vita e la Solidarietà”. La Cena dei Divi è uno degli ultimi eventi organizzati in ordine di tempo (il 21 dicembre scorso), con il patrocinio del Comune di Monfalcone e il sostegno benefico della Bcc di Staranzano e Villesse. Una serata particolare, in stile Notte degli Oscar, per la raccolta di fondi in favore delle mamme in difficoltà sostenute dal Centro di Aiuto alla Vita. La cena è stata preparata con la collaborazione dei ragazzi e degli insegnanti dell’Istituto Sandro

Pertini – indirizzo Alberghiero – di Grado e l’accompagnamento del gruppo teatrale La Compagnia dei Riservati di Reana del Roiale che ha intrattenuto gli ospiti con scene cinematografiche hollywoodiane.

A presiedere l’associazione “Basket de Raza” è Paola Grazia Ferfoglia.

Presidente, da quanti anni state vivendo questa meravigliosa avventura?

«Basket de Raza nasce alla fine del 2011 come associazione di Staranzano, ma il gruppo esisteva già da tempo come tifoseria. Portare avanti progetti e programmi non è semplice perché lavoriamo anche duramente, ma quando sei in mezzo ai giovani, in particolare a quelli con problemi di disabilità, l’energia arriva da sola. La consapevolezza che servi anche solo un pochino a migliorare la loro vita rende tutto più facile, e siamo noi alla fine che impariamo da loro. Consideriamo il volontariato una scelta di vita, non qualcosa che si fa quando si ha tempo o voglia. A volte pesa, certo, ma sappiamo che questa per noi è la strada giusta. In qualche modo ci ringiovanisce».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quante sono le persone attive nell’associazione?

«Nel direttivo siamo in sette, ma sono una sessantina le persone che da anni si alternano per dare una mano. Siamo ormai una famiglia itinerante che va dove c’è l’occasione per racimolare qualcosa da donare sotto varie forme. In realtà, non serve stimolare nessuno, abbiamo instaurato dei rapporti di amicizia e rispetto, alla vecchia maniera. Tutti insieme, con i propri limiti, aiutandoci a vicenda per un unico obiettivo chiaro e trasparente, grazie all’amore comune per lo sport e per i giovani. Vorrei dire che lavorare fa bene».

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

«Da poco siamo presenti come associazione anche a Monfalcone dove abbiamo la nostra sede operativa. Per il momento l’idea è quella di riuscire ad allestire proprio a Monfalcone uno spettacolo in teatro, che dia visibilità al coraggio incredibile, al talento e alla bellezza che le persone disabili possono donarci, un esempio forte di come si possa vivere la vita superando ogni genere di handicap. Quando stai con loro ti accorgi veramente che hai ancora tanta strada da fare per avere la stessa loro forza».

Lei è mamma e moglie, ha molti interessi in varie attività… Come riesce a conciliare tutto?

«Credo sia la disponibilità verso le persone che alla fine mi ha portato a una vita quotidiana non usuale. Sono così, non è un pregio. Sono responsabile di due associazioni e in altre due collaboro. E lavoro. Come faccio? Si decide di sacrificare, o meglio dedicare il proprio tempo al volontariato. Si fa. Ma ce ne sono tante di persone che lo fanno, davvero. Quando ti abitui a stare insieme alla comunità, vivi valori semplici ma indispensabili, la giornata diventa un’avventura diversa ogni giorno, corri e corri, ma alla fine tutto s’incastra. In famiglia siamo un po’ tutti così, perciò anche lì ci aiutiamo a vicenda. Ma vorrei aggiungere una cosa…».

Prego.

«Desidero spendere due parole per il direttivo e le  persone che mi supportano e che nel silenzio ci danno il loro contributo lavorativo. Senza di loro tutto sarebbe più difficile. Abbiamo ancora tanto di buono intorno a noi, dovremmo dare più spazio alle cose positive che da sempre possono essere un esempio importante per le generazioni future. Ringrazio il Comune di Monfalcone e il Comune e la comunità di Staranzano che da sempre ci sostengono».

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