La voce trasmette energia fin dal primo saluto. In un pomeriggio di relax sul mare di Barcola, Chiara Marchi si conferma “estroversa fino al midollo”, come ama defi nirsi. Al grande pubblico (oltre 72.000 followers su Facebook, 10.000 su Instagram) è nota semplicemente come MissClaire. Un progetto nato per gioco e diventato la sua impresa, nella quale è riuscita a fondere tra loro passioni personali e lavoro.
«Nel 2012 - racconta - decisi di aprire una pagina Facebook per hobby: la chiamai MissClaire giocando sul mio nome in inglese ma anche sul concetto “sto sclerando”, visti i tanti lavori diversi da me svolti, anche in contemporanea… All’inizio postavo e condividevo foto che trovavo sul web dedicate al Friuli Venezia Giulia, ma nel giro di poco tempo crebbe rapidamente il numero di persone che mi seguiva, tanto che la pagina raggiunse i 50 mila followers».
Un pubblico appetibile per molti.
«Un’azienda mi contattò per acquistare la pagina, spiegandomi che le avrebbero poi cambiato in contenuti. Ma io rifiutai, anche perché per la prima volta compresi che quello che pubblicavo aveva un valore».
La folgorazione sulla via di Damasco…
«All’epoca avevo 35 anni e un figlio di 7, Giovanni. Decisi di sfruttare la cosa, con l’intenzione di aprire un sito internet collegato alla pagina Facebook e anche un profilo Instagram. Feci un’indagine di mercato che confermò l’assenza di un progetto simile su questo territorio e così nel febbraio 2015 decisi di partire con la nuova sfida».
Nuova in tutti i sensi, visto che non aveva mai lavorato in precedenza nel mondo editoriale.
«Precedentemente nella vita avevo svolto numerosi lavori. Per un periodo mi ero trasferita a Milano per fare l’assistente di volo. Tornata a Trieste ho lavorato per 13 anni nel settore del commercio del caffè, entrando in contatto con l’intera filiera e dedicandomi anche alla promozione e al marketing. Questa era la mia unica infarinatura. Inoltre io sono anche dislessica e disgrafica: quando frequentavo la scuola media ancora non si considerava questo genere di problematiche e si veniva giudicati semplicemente asini o senza voglia di studiare. Se la mia insegnate di italiano dell’epoca vedesse che scrivo articoli che hanno un seguito importante credo si stupirebbe parecchio…»
Sul logo di MissClaire c’è scritto “Mitteleuropa Enthusiast”. Come mai questa scelta?
«Da subito ho voluto che il sito parlasse delle eccellenze di Trieste e del Friuli Venezia Giulia, ma il mio timore era che il contesto risultasse troppo ristretto o provinciale. Così, essendo anche un po’ fi glia della Mitteleuropa – ho un nonno croato, una nonna slovena e una casa in Austria – decisi di puntare sulle eccellenze di questa macroregione, con focus sui temi del food e dei viaggi, ma anche su design autoprodotto, con l’obiettivo di supportare l’artigianato e le piccole imprese di qualità».
Un progetto complesso necessita di tempistiche tecniche per decollare…
«Il primo anno è stato per me un investimento: ho selezionato contatti, avviato relazioni e collaborazioni, in particolar mondo con fotografi perché ho ritenuto fin da subito fondamentale il ruolo dell’immagine nel web. Mi ero fatta licenziare dall’azienda e sfruttai il periodo di nove mesi della disoccupazione per avviare in concreto l’intero progetto, inizialmente con articoli gratuiti per farmi conoscere».
Il primo investitore quando è arrivato?
«Proprio quando stava per terminare il periodo della disoccupazione. Dopo diversi mesi di lavoro gratuito, ricevetti la telefonata di un ristoratore sloveno per il quale avevo pubblicato un servizio il mese precedente. Mi chiese di incontrarci e io pensai subito di aver scritto qualcosa di sbagliato…»
E invece?
«Mi raccontò che nell’ultimo mese aveva avuto una trentina di clienti nuovi che gli avevano detto di aver conosciuto il locale dopo aver letto il post di MissClaire. Mi disse: “Il primo articolo me lo hai fatto gratis, ma ora dimmi quanto devo pagare per una nuova pubblicazione”. Lì mi sono detta: ce la posso fare!»
Il successo ottenuto in seguito ne è la conferma.
«A distanza di 5 anni da quel giorno, sono tantissimi i locali e le attività che mi chiedono di realizzare un articolo per loro, ma io li seleziono in modo molto accurato. Dico molti no: anche se rinuncio a introiti importanti, amo scrivere la verità. Se un locale non è pulito o offre un servizio scadente non posso consigliarlo. Dall’altro lato non mi permetterei mai di scrivere qualcosa di negativo su un locale, perché la mia parola potrebbe danneggiare chi ci lavora dentro e le loro famiglie. Per cui, semplicemente, se non reputo adatto non scrivo».
Anche perché con il seguito di decine di migliaia di followers sui social network lei è una influencer in grado di indirizzare i comportamenti di acquisto e le scelte dei propri lettori. Una responsabilità che Chiara Marchi vive come?
«Con inconsapevolezza e irresponsabilità (ride). Quando ho iniziato la mia unica intenzione era raccontare quello che il mio occhio vedeva. Il focus non ero io ma la Mitteleuropa. Tant’è vero che all’inizio non comparivo in nessuna fotografia. Successivamente, esperti di comunicazione mi hanno sottolineato l’importanza di metterci la faccia. Perché la gente vuole sapere chi c’è dietro. E la mia faccia non può essere barattata con nessun compromesso».
Da una pagina Facebook autogestita a un blog con un team composto da giornalisti, traduttori, webmaster, fotografi… Qual è stata la scelta vincente?
«Direi un connubio di situazioni. In primis, non avere paura di fare le cose e soprattutto non avere paura di affrontare i cambiamenti. Avevo un importante contratto a tempo indeterminato con numerosi benefit, ma ho deciso di mollare tutto con i miei familiari che mi accusavano di essere fuori di testa a prendere una decisione simile: abbandonare uno stipendio sicuro e aprire una partita iva nell’ignoto. Ma quando ti senti di fare una cosa vuol dire che è il momento giusto per farla. Un altro punto è stato saper cogliere l’attimo: i social in Italia si stavano sviluppando pienamente in quel momento. Infine nuovamente il concetto di credibilità: non scendere mai a compromessi e fare le cose al meglio».
Torniamo al blog: dalla moda alla cucina ai viaggi… Quali sono le sezioni più apprezzate dai lettori di MissClaire?
«I ristoranti in Slovenia (ride nuovamente). Quando pubblico un post sul genere sembra che stia svelando il segreto di Fatima. Probabilmente perché si tratta di luoghi vicini a noi e facilmente fruibili. Ultimamente però il pubblico è sempre più internazionale, grazie alla scelta vincente di aver realizzato il sito anche in inglese. Ecco allora che tra i miei utenti ho sempre più americani o australiani, che invece prediligono focus diversi, come Trieste, la Mitteleuropa e la promozione del turismo in tutti questi luoghi. Per il pubblico regionale, invece, anche la Croazia è un luogo magico di interesse. In genere comunque food e turismo».
Lei collabora anche con diverse piattaforme turistiche: è “Ambassador” di PromoTurismo FVG e dell’Ente turistico della Carinzia, mentre l’Ente del Turismo Croato l’ha premiata con la “Penna d’oro” per un suo pezzo sull’Isola di Cherso. Qual è il segreto per rendere una destinazione attrattiva per il turista?
«Io uso molto la chiave dell’ironia. Condita con espressività, emotività ed empatia. Il tutto cercando di essere sintetici ed effi caci. Come sempre, poi, l’utilizzo di immagini a effetto è fondamentale».
Quello di MissClaire è un progetto in continua evoluzione, tanto che ha aperto anche un appartamento in pieno centro a Trieste. Come mai?
«L’ho pensato come un luogo in cui gli artigiani e gli artisti del fare potessero avere uno spazio dove esporre le proprie realizzazioni e dove anche potersi confrontare in un percorso di crescita comune. E visti gli apprezzamenti ricevuti, credo di avere colto nel segno».
Lei è madre di un bambino di 12 anni. Come riesce a conciliare l’attività imprenditoriale con la famiglia?
«È indubbiamente impegnativo, ma al tempo stesso emozionante. Ogni mattina la mia sveglia suona tra le 5 e le 5.30. Mi metto subito al lavoro fi no alle 7.30, quando sveglio mio figlio e faccio colazione con lui. Dopo averlo portato a scuola ritorno operativa sul sito. Verso le 14, terminata la scuola io e Giovanni pranziamo e poi trascorriamo assieme il pomeriggio tra compiti e altre attività. Dopo cena, quando lui va a dormire, concludo il mio lavoro».
Parlando di MissClaire, Chiara Marchi cita sempre l’importanza della squadra. Quali sono le caratteristiche indispensabili che ricerca nei suoi collaboratori?
«La cosa fondamentale è che credano nel progetto e in quello che fanno. Al di là delle singole professionalità – che sono importanti – è determinante la condivisione di intenti».
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