Ricerca contro il cancro, da Udine nuove prospettive

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redazione

5 Dicembre 2019
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Risultati pubblicati su Nucleic Acid Research

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Uno dei problemi maggiori delle cellule tumorali è la loro estrema resistenza ai meccanismi che dovrebbero indurre la loro morte. Questa resistenza si traduce in una ricomparsa del tumore ed in un’inefficienza dell’azione terapeutica. Un gruppo di giovani ricercatori coordinato da Claudio Brancolini, professore di biologia applicata presso il dipartimento di Area medica dell’Università di Udine, ha recentemente scoperto un nuovo meccanismo di resistenza delle cellule tumorali.

In particolare il giovane ricercatore borsista Eros Di Giorgio è stato il principale artefice di una serie complessa di esperimenti che hanno permesso di scoprire un cortocircuito generato da due geni conosciuti come MEF2D ed HDAC9. Questo cortocircuito è attivo nelle cellule di leiomiosarcoma, un tumore molto aggressivo con ancora poche terapie efficienti disponibili. È grazie a questo corto circuito che le cellule di leiomiosarcoma alterano il proprio stato epigenetico.

L’epigenetica controlla il modo in cui vengono utilizzati i nostri geni e tra i geni alterati dal cortocircuito ci sono quelli che impediscono la morte delle cellule. Di Giorgio ha modificato un breve tratto del Dna delle cellule tumorali usando una tecnica innovativa, definita Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats (Crispr). In questo modo è stato dimostrato che quel tratto di Dna rappresenta il fulcro del cortocircuito e la sua modifica permette la correzione delle caratteristiche maligne della cellula tumorale e, alla fine, la sua morte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I risultati di questo lavoro, durato un paio d’anni, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nucleic Acid Research della Oxford University Press. Hanno contributo al lavoro i due bioinformatici Emiliano Dalla e Rafaella Picco e i quattro ricercatori Martina Minisini, Elisa Franforte, Harikrishnareddy Paluvai e Matteo Trevisanut. Il lavoro svolto da Di Giorgio, che è stato un borsista dell’Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro e della Fondazione Veronesi, è stato finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Sarcoma Foundation of America.

Il gruppo di ricerca è attualmente impegnato nell’individuare piccole molecole che possano distruggere il cortocircuito identificato da questa ricerca.

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