La Cividale antica narrata con le nuove tecnologie

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redazione

28 Gennaio 2020
Reading Time: 4 minutes

Grazie a Recolor

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La tecnologia all’avanguardia si mette a disposizione della cultura, a Cividale del Friuli. Per discutere di come “ravvivare e valorizzare le opere d'arte e i paesaggi dell'Adriatico” la città ducale sta ospitando in questi giorni i partner del progetto Interreg V-A Italia-Croazia “Recolor – Reviving and EnhanCing artwOrks and Landscapes Of the adRiatic”, di cui essa stessa fa parte.

Al terzo meeting transnazionale (dopo quello di marzo 2019 a Urbania, e il seguente a Zara lo scorso settembre) partecipano i delegati della capofila Regione Emilia-Romagna, ma anche dei Comuni di Campobasso, Albona, Zara, e pure di Gal Montefeltro Sviluppo, Università di Bologna – Centro di studi avanzati sul turismo e Università di Sebenico. Tutti insieme, ospiti del comune friulano, durante la prima giornata, hanno affrontato questioni di carattere tecnico-organizzativo, analizzando e cconfrontando i dati sul “turismo culturale e lo sviluppo della destinazione”, secondo le metodologie elaborate dal Centro di studi avanzati sul turismo dell’UniBo. Domani è invece in programma una visita di studio. I delegati potranno conoscere la città longobarda e soprattutto i luoghi dove, nel corso del 2020 e del 2021, sarà realizzata l'azione pilota (su tre siti in totale).

INTERREG V-A ITALIA-CROAZIA 2014-2020 – “Recolor” è stato finanziato dall’Asse prioritario 3 (per la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio culturale) del programma Interreg V-A Italia-Croazia 2014-2020, e ha uno scopo preciso (obiettivo specifico 3.1): “Rendere il patrimonio naturale e culturale strumento per uno sviluppo del territorio sostenibile e maggiormente bilanciato”. Per farlo, gli otto partner coinvolti hanno a disposizione un budget di oltre 2 milioni di euro e 30 mesi di lavoro (dal 1° gennaio 2019 al 30 giugno 2021).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Il Comune di Cividale – ha ricordato Giuseppe Ruolo, assessore ai progetti europei, in occasione della conferenza stampa di presentazione – ha sempre valutato positivamente l’opportunità di avvalersi delle risorse finanziarie comunitarie per incrementare l’esperienza di cooperazione, sviluppo e sperimentazione di nuove attività. I progetti europei rappresentano infatti occasioni di altissimo livello che aiutano le città medio-piccole, come la nostra, a crescere in vari ambiti, e soprattutto in quello turistico-culturale», come già verificato nel recente passato grazie ad analoghi progetti.

PASSATO E FUTURO INSIEME – Il Comune di Cividale del Friuli, a cui sono destinati 329 mila euro, si propone di raccontare la trasformazione di alcuni aspetti del suo paesaggio, rendendo visibile, e soprattutto comprensibile, ciò che non è più sotto gli occhi di cittadini e turisti. Per dare un volto a questa “cultura invisibile” si ricorrerà alle tecnologie più innovative, utilizzando, però, tutte le fonti disponibili: iconografiche, monumentali, archeologiche. Angela Zappulla, assessore alla cultura del Comune, pur non potendo partecipare alla conferenza stampa, ha voluto sottolineare come «oggi Cividale guarda con consapevole orgoglio alla sua ricca e significativa storia passata, ma è protesa verso un futuro di città moderna, in Italia e in Europa. “Recolor” è un'occasione importantissima per valorizzare e approfondire un metodo di studio, conoscenza e valorizzazione dei beni culturali, assieme a illustri partner italiani e croati. Affrontiamo quindi con entusiasmo il progetto e ringraziamo la Regione Emilia-Romagna che ha avuto fiducia in noi quando ci ha accolto fra i partner. Siamo fiduciosi che questo progetto rafforzerà anche a Cividale questo settore».

Saranno tre, in particolare, i siti coinvolti nell’azione pilota del Comune: il Monastero di Santa Maria in Valle, con il Tempietto Longobardo (bene tutelato dall’Unesco), che costituisce il complesso monumentale più rilevante e visitato della cittadina; il cosiddetto Ipogeo Celtico; la piazza Paolo Diacono, salotto della città e centro della Cividale longobarda.

IL MONASTERO DI SANTA MARIA IN VALLE – All’interno del Monastero di Santa Maria sarà allestita una sala multimediale che consentirà di scoprire quali e quante trasformazioni ha subito il sito. Uno spazio dove poter effettuare una ricognizione esperienziale del paesaggio storico, da vedere, toccare e ascoltare, grazie alla realizzazione di rilievi tridimensionali, ricostruzioni virtuali, realtà aumentata, storytelling. Analizzando gli “strumenti” che saranno impiegati, Flavio Pesante, assessore all’Innovazione Tecnologica del Comune ha precisato come: «Il ricorso alle tecnologie più innovative consentirà di dare un volto a questa nostra affascinante “cultura invisibile”». Non una completa novità per la città ducale, però, che «con “Recolor” potrà realizzare un ulteriore grande passo avanti sia negli studi che nella resa al pubblico dei beni culturali».

L’ IPOGEO CELTICO – Per l’Ipogeo celtico, un ambiente rupestre, pieno di fascino ma non facilmente accessibile, e la cui origine e funzione non è ancora nota, il progetto prevede invece uno studio, un rilievo con laser scanner e una ricostruzione in 3d.

LA PIAZZA PAOLO DIACONO – La piazza Paolo Diacono, dove in epoca longobarda esisteva la corte ducale, luogo in cui è stata rinvenuta la famosa tomba del cosiddetto Duca Gisulfo, sarà invece oggetto di un’analisi per la ricostruzione degli antichi scenari, seguirà la produzione di un modello 3d, e la realizzazione di un video con la tecnologia immersiva.

COME È NATO RECOLOR – Assieme a quello “ducale” sono previsti altri sei progetti locali. Ciascuno dei partner applicherà il modello pilota dell’Emilia-Romagna, la cui idea progettuale è nata dalla collaborazione fra la Regione stessa e l’Università di Bologna: «Siamo riusciti a trasformare una ricerca scientifica di carattere artistico in un progetto di sviluppo territoriale di valenza turistica – ha sottolineato Cinzia Cazzoli, responsabile del progetto Recolor per la Regione Emilia-Romagna –. Un’occasione per innovare e allo stesso tempo per riscoprire una metodologia rinascimentale, in cui si intrecciano le varie discipline del sapere, con il coinvolgimento dagli esperti d’arte fino ai geologi. Ma anche un segno della creatività e capacità di progettazione dell’Emilia-Romagna che potrà essere condivisa da altri Paesi europei».

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