Il sogno di una fotografia

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redazione

30 Marzo 2020
Reading Time: 2 minutes

La sfida di Michele Buoro

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Anche nei giorni al rallentatore del Coronavirus, dalla casa di Perteole di Ruda in cui risiede, Michele Buoro ha in testa un pensiero fisso: la fotografia. Operaio in una fabbrica del territorio, ma con un’ambizione nuova nel suo futuro, condividendo con noi alcuni suoi scatti, Michele confida come tutto è nato.

“La mia passione fotografica – ricorda – è nata durante il magnifico viaggio da Trieste a Berlino nel 2018, quando accompagnai mio padre Mauro nella sua impresa in mountain bike nell’ambito della “lotta all’obesità”. Io ero la sua ammiraglia: lo seguivo in auto dandogli appoggio in tutto ciò di cui aveva bisogno, dalle bevande alla frutta fresca, fino all’aiuto medico e morale. Nell’occasione documentai con le immagini la nostra avventura, tenendo un diario web per iMagazine, che divenne una vera e propria cronistoria delle 13 tappe. Grazie anche ai preziosi consigli del fotografo della testata, Claudio Pizzin”.

Fotografo per caso…

“Avevo solo il mio cellulare e cercavo di catturare momenti che potessero regalare emozioni al pubblico. Le foto piacquero, tanto che ogni giorno ricevevo commenti lusinghieri da parte della gente. In quei giorni scattò qualcosa dentro di me e così decisi di acquistare una macchina fotografica reflex. Qualche mese dopo ho iniziato un corso di fotografia e, finito quello, ne ho iniziato uno avanzato. Dopo qualche mese di risparmi economici, mi sono comprato il mio primo obiettivo, per perfezionare la qualità delle foto”.

A quel punto la passione era diventata qualcosa di più…

“Nel giro di poco tempo ho iniziato a realizzare qualche servizio fotografico a livello amatoriale. Ho bisogno di fare molta esperienza e sperimentare soluzioni diverse. Per diventare un fotografo professionista c’è molta strada e molto studio da fare. Ma amo talmente la fotografia che un giorno – ne sono convinto – la trasformerò nella mia professione”. 

Da qualche tempo i tuoi soggetti preferiti sono i bicchieri: come mai?

“Attraverso gli scatti dei bicchieri, voglio trasmettere alle persone la profondità di un mondo visto al rovescio… in un semplice bicchiere d’acqua. Più in generale, tuttavia, in un semplice click, immortalo un momento della vita che non torna più, ma che posso vedere e rivedere sempre, per ricordare e commentare”.

Come scegli i soggetti delle tue foto?

“I miei soggetti non sono una scelta, bensì un’immagine che la mia testa crea, per poi aspettare il momento giusto in cui scattare. Nello stesso momento penso e spero di trasmettere emozioni per chi poi osserverà il mio scatto”.

Tra quelli realizzati qual è lo scatto a cui sei più legato?

“Tutti quelli che raffigurano un paesaggio. Mi sento come un pittore che dipinge un paesaggio in un semplice click: farlo mi regala un momento di pace e relax nel quale mi rifugio per far viaggiare la mia mente nei pensieri più belli, da trasmettere poi alle persone che osserveranno la fotografia”.

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