Presentato questa mattina l’avvio dell’iter di adozione del nuovo piano regolatore di Trieste, approvato dalla Giunta comunale.
Il sindaco Roberto Cosolini, rimarcando l’importanza del documento per l’intera città ha rivolto un ringraziamento per il ponderoso lavoro svolto all’assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico, Progetti Complessi, Elena Marchigiani, a tutti i componenti della Giunta, all’Ufficio Tecnico di Piano del Comune e a quanti hanno collaborato attivamente: “È stato il risultato di un grande lavoro di squadra che ognuno ha svolto con dedizione in base alle proprie competenze e attuando opportune azioni integrate, avvalendoci soprattutto di forze interne e con un impegno contenutissimo di spesa. Il nuovo piano regolatore è uno strumento che si muove coerentemente con l’obiettivo di lavorare per una città più moderna e vivibile, per la qualità del territorio e la sua riqualificazione, per una maggiore usufruibilità in termini turistici, all’insegna dello sviluppo sostenibile, del basso impatto di energie e di risorse”.
L'adozione del nuovo PRGC potrebbe già avere luogo alla fine di febbraio, ma di fatto avverrà in funzione dei tempi e delle modalità di lavoro stabiliti dal Consiglio comunale.
Una volta adottato dal Consiglio comunale, il PRGC verrà inviato alla Regione che ha 90 giorni per esprimere il suo parere vincolante. Contestualmente, dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale, il documento verrà aperto per 30 giorni lavorativi alle osservazioni e alle opposizioni dei cittadini. In questa fase, sempre nell'ottica della massima trasparenza e per supportare i cittadini interessati a presentare osservazioni od opposizioni, l'Ufficio di Piano aprirà al pubblico uno specifico sportello in cui potranno essere direttamente visionati tutti i documenti e richieste precisazioni e informazioni.
Superate tutte le verifiche previste dalla legge ed esaminate le osservazioni e opposizioni, il Piano regolatore tornerà in Consiglio comunale per l'approvazione, ultimo atto del processo tecnico e politico. L'approvazione può essere ipotizzata agli inizi del prossimo anno.
Il nuovo PRGC è in primis un piano che ha il coraggio di guardare al futuro, proponendo immagini forti di progetto per la Trieste di domani. Non è semplicemente un vestito di Arlecchino, fatto della sommatoria e dell'accostamento di zone, senza una chiara immagine di sviluppo e di progetto per la città da qui a 15 anni. In un momento di crisi come quello che il nostro Paese e, quindi, anche la nostra città sta attraversando è fondamentale avere una prospettiva che possa orientare e guidare le scelte – piccole e grandi, pubbliche e private – che andranno a trasformare la nostra città e il nostro territorio. Gli investitori privati sicuramente sono più disposti a intervenire quando un'amministrazione ha e manifesta idee chiare sul proprio sviluppo.
Ecco i principi seguiti dalla Giunta nella proposizione del nuovo piano regolatore:
- città sana e sostenibile, grazie alla ricostruzione di un rapporto virtuoso con le risorse del territorio (acqua, aria, suolo, energia), al rispetto delle regole di funzionamento ecologico, a una valutazione attenta dei livelli di tenuta e stabilità del territorio stesso, alla predisposizione di un grande progetto di mobilità sostenibile;
- città della conoscenza, della produzione e della logistica, in cui si possono trovare nuove occasioni spaziali per un'integrazione più forte tra innovazione e produzione, anche e soprattutto attraverso il riutilizzo di grandi aree e contenitori dismessi;
- città del turismo e del tempo libero, tra il Carso e il mare, fondata su un progetto di integrazione e di riconnessione tra le tante potenzialità e risorse in grado di rilanciare l'attrattività della nostra città e del nostro territorio;
- città policentrica, in cui si deve e si può lavorare sulla riqualificazione e sulla messe in rete dei tanti servizi e attrezzature collettive che irrorano quartieri e rioni.
- partecipazione (come già ampiamente illustrato attraverso la descrizione del percorso di redazione del Piano);
- visione di sviluppo sostenibile fondata sul rilancio – oltre che dell'industria portualità e logistica – anche del turismo (attraverso un progetto di sviluppo delle attività balneari e dell'affaccio della città sul mare con particolare riguardo a Barcola), della conoscenza ricerca e produzione a basso impatto (attraverso il riconoscimento di un sistema di aree che dall'altipiano si sviluppa fino alla città e la predisposizione di indirizzi progettuali per la riqualificazione della zona industriale e dell'accesso da sud alla città-via Flavia), dell’agricoltura come occasione per la gestione attiva del territorio e la valorizzazione delle sue eccellenze (attraverso il rilancio delle attività agricole e silvo-pastorali sull'altipiano e la predisposizione di specifiche linee di indirizzo per il riutilizzo a fini agricoli dei pastini lungo la costiera)
- limitazione del consumo di suolo cui deve fare da contraltare il recupero delle grandi aree dismesse (quelle che abbiamo chiamato le Aree della grande trasformazione, in cui gli interventi giocano un ruolo strategico per la riqualificazione di più ampi settori urbani: Campo Marzio, ambito di via Rossetti-via Cumano, ex caserma di Banne, oltre a Porto Vecchio) e la trasformazione/riqualificazione della città esistente anche tramite operazioni ampie e strutturate di sostituzione edilizia (individuazione di specifici ambiti e schede progetto orientati alla realizzazione di quartieri ecologici in sostituzione di parti città degradate ed energivore – Aree della sostituzione e ristrutturazione);
- risparmio energetico e riqualificazione energetica e ambientale della città esistente, ricorrendo a specifiche forme di incentivazione (crediti volumetrici in cambio di operazioni di riqualificazione energetica), ma anche alla predisposizione di specifici criteri di invarianza idraulica, utilizzo di tetti verdi ecc.;
- attenzione per tutta la città, in primis per le periferie e i rioni con un focus su servizi e qualità/vivibilità, ma anche superamento della contrapposizione tra centro e periferia, città e altipiano, urbano e rurale (attraverso schede progetto contenenti criteri e indirizzi per la riqualificazione degli spazi pubblici nei diversi Centri di Quartiere);
- attenzione per il corretto funzionamento ecologico del territorio, per le tematiche connesse al rischio geologico e idrogeologico, per la lettura del paesaggio come valore e come volano di riqualificazione e sviluppo di spazi e attività economiche;
- integrazione delle scelte di piano con quelle della mobilità, nell’intento di delineare un nuovo sistema di trasporto pubblico che supporti forme di mobilità alternative (tranvie e similari, attraverso un grande progetto di riutilizzo della rete infrastrutturale su ferro già presente) e che affronti in maniera strutturata i problemi connessi all’accessibilità e alla sosta (individuazione di parcheggi scambiatori nell'anello più esterno della città);
- innovazione dei processi di attuazione, nell’ottica della semplificazione quale motore imprescindibile per l'attrazione di nuovi investimenti; in sostanza, eliminazione del ricorso a pianificazione attuativa in tutti i casi possibili in coerenza al PURG;
- valutazione attenta delle potenzialità di sviluppo delle aree della grande trasformazione, orientata a garantire da un lato la flessibilità necessaria agli investitori, dall'altro una chiara individuazione delle dotazioni di interesse pubblico che l'Amministrazione da tali trasformazioni vuole ottenere.
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