Gorizia si oppone alle monoporzioni nelle mense scolastiche

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redazione

12 Agosto 2020
Reading Time: 2 minutes

Adesione alla protesta nazionale dell’ANCI

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No alla distribuzione di pasti in vaschette monoporzioni alle scuole d'infanzia e primarie. A sottolinearlo è il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, deciso a non perdere quello che definisce “un patrimonio di grandissima qualità della ristorazione scolastica cittadina”.

“Aderisco alla presa di posizione dell'Anci (Associazione nazionale dei Comini italiani), inviata al ministro della Pubblica Istruzione, in cui si spiegano i motivi per cui la scelta di adottare il sistema delle monoporzioni sarebbe deleterio da qualsiasi punto di vista. Questa modalità – prosegue il primo cittadino – rischia di determinare un decadimento della qualità dei pasti, tenendo presente che, oggi, a Gorizia, abbiamo un livello molto elevato dei cibi che vengono somministrati ai nostri bambini, con il 60% di biologico, oltre a prodotti dop (denominazione di origine protetta, ndr). Il menu, peraltro, è concordato con l'Azienda sanitaria e il tutto viene preparato in tre centri cottura con specifico personale, 16 persone fra cuochi e ausiliari e altre 10, fornite da una ditta del settore, che si occupano dello scodellamento. Quindi tutto fortemente controllato e garantito. Senza parlare della sicura moltiplicazione di contenitori da confezionare e trasportare e, quindi, di costi aggiuntivi che i Comuni non saranno in grado di sostenere. Ci saranno, inoltre, montagne di nuovi rifiuti, indipendentemente dalla compostabilità o meno degli stessi. La sicurezza in chiave anti Covid 19 può senz'altro essere garantita in altro modo e su questo i Comuni si erano già attrezzati”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore ai servizi educativi, Silvana Romano: “Nei tre centri cottura vengono sfornati oltre mille pasti scolastici giornalieri, di cui 160 per i nidi, 600 per le scuole dell’infanzia, 250 per la scuola primaria e 60 per la mensa del Centro Lenassi. Si tratta di un sistema collaudato che assicura un servizio di alta qualità che, a un mese dall'avvio delle scuole, è già stato strutturato per assicurare il più rigoroso rispetto di tutte le misure anti contagio, salvaguardando l'alto livello del servizio stesso. Ritegno inaccettabile che oggi si cambino le carte in tavola creando grande scompiglio e forti problemi, senza coinvolgere preliminarmente i Comuni, senza alcun rispetto verso le famiglie ma anche verso chi ha lavorato senza sosta in questo periodo per assicurare la ripartenza delle scuole”.

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