La disciplina dei sogni

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Margherita Reguitti

17 Agosto 2020
Reading Time: 6 minutes

Margherita Pettarin Andretti

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Goriziana, 21 anni, Margherita Pettarin Andretti è la cantautrice che si sta rivelando con determinazione e successo di critica sulla scena nazionale fra gli artisti emergenti. Sui principali circuiti radiofonici e le più cliccate piattaforme digitali si incontrano la sua voce, i video nei quali interpreta i suoi quattro singoli pubblicati fino ad oggi.

L’ultimo lavoro in ordine di tempo si intitola Vaniglia scritto e composto da lei stessa, arrangiato in collaborazione con Vittorio Conte e Maria Totaro. Una storia di violenza familiare raccontata da una ragazzina che vive la paura di non sapere cosa nasconde l’assenza di una madre.

Nel cortometraggio i gesti di un padre violento, l’abbraccio di un nonno che rassicura senza poter colmare un’infinita solitudine. Un viaggio e un racconto che hanno le tinte fosche del tema, stemperate dalla leggerezza della musica e dalla scelta delle parole, lievi e cariche di speranza. Un raccontare la violenza per palesarla e poterla sconfiggere, osservandola attraverso lo sguardo e i gesti di una bambina che viaggia con la fantasia e cresce, diventando una donna capace di andare oltre, per vivere appieno e serenamente la sua vita. La violenza spesso taciuta e occultata viene ora dunque raccontata da una giovane artista ai suoi coetanei e non solo, che l’ascoltano. Prima che sia un racconto di vissuto nei centri antiviolenza. Per non farlo accadere.

Tosta, dunque, Margherita nello scegliere i temi e non per caso. Nel lavoro Vai via le parole sono un invito a non lasciarsi sopraffare né dalle prevaricazioni e prepotenze degli altri e né dalle paure e insicurezze: insomma reagire, raccogliere le proprie forze e guardare avanti con ottimismo. Non male per una ventenne.

Nulla di più lontano dall’idea di millennials insicuri e attaccati alle gratuite certezze protettive dei genitori. Bella e determinata, Margherita canta da quando ha tre anni, magari con un microfono giocattolo in mano. Capelli lunghi, fisico da modella temprato dallo sport. La disciplina è il suo pane, prima sulle piste di atletica poi sui campi da sci dove ha conseguito il diploma di insegnante. Una formazione eclettica e multidisciplinare nel suo curriculum: maturità linguistica, studio del pianoforte e canto in contemporanea all’accademia di Belle arti, grafica e design.

Margherita, che cos’è per lei la musica?

«Tutto, un linguaggio espressivo, un modo per riflettere, condividere e incanalare le mie emozioni, esorcizzare le mie paure. Insomma vivere. Canto da sempre e a 9 anni ho iniziato lo studio del pianoforte. Mi considero dotata di un carattere estroverso, portata a parlare con gli altri. Dunque farlo unendo parole e musica in un atto creativo che raggiunga il maggior numero di persone possibile è il massimo per me. Il mio sogno più grande è scrivere e interpretare testi nei quali tante persone possano rispecchiarsi, magari trovando un momento di riflessione e ritrovarsi».

Al momento ha pubblicato 4 singoli che possono essere ascoltati e visti in altrettanti video ambientati in luoghi suggestivi del Friuli Venezia Giulia. A quando un album?

«Scrivo tanto da sempre. Testi sui quali lavoro molto cercando una perfezione espressiva quasi ossessiva. Per questo è ancora presto per un cd, non mi sento ancora pronta. Ho esordito con Un’altra estate, parole e musica connotate da una certa leggerezza. Un brano dedicato alla spensieratezza e freschezza delle vacanze che ha come sfondo la spiaggia e il mare di Lignano. Una canzone per godersela senza troppi pensieri. Vai via, il secondo brano, sviluppa il tema più intimo e delicato dell’affrontare le paure che possono nascere delle nostre insicurezze o dalle pressioni che la vita e gli altri ci impongono».

Nel terzo lavoro si parla d’amore. Come lo ha raccontato?

«Nella sua complessità e attenzione al partner. Altra gente parla d’amore vissuto fra immaginazione, arte e forza caratteriale, punti fondanti che per me devono caratterizzare una relazione fra due persone. Canto la forza di sapere mettere da parte l’orgoglio, contare fino a 10 e fare un passo indietro per essere veramente coraggiosi e amare nel modo più completo e rispettoso dell’altro. Infine Vaniglia, il racconto della violenza familiare vissuto dalla parte più debole di una adolescente. Un lavoro nel quale la disperazione non vince. Un pezzo intimo il cui videoclip è stato girato a casa mia e narra della possibile positività della famiglia nel contesto di violenza. Accanto a me mio nonno Roberto che rappresenta l’amore che salva e non solo ferisce».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto è importante la famiglia nella sua vita e nel suo lavoro di cantautrice?

«Vale tanto, tantissimo. È la mia forza; i miei genitori e nonni, ma non solo loro, sono accanto a me 24 ore su 24 da sempre, mi hanno sostenuta e incoraggiata. Orgogliosi delle mie scelte. Mamma Elena è la mia manager, come la mamma di Fedez. Lei si occupa della parte organizzativa della mia attività, valuta e sceglie i festival e i concorsi ai quali partecipare, mentre mio padre Guido mi accompagna in giro per l’Italia. Se con la mamma discuto a volte anche animatamente su questioni pratiche – abbiamo un carattere simile – con il papà trovo un confronto e un sostegno incondizionato, basato su un rapporto improntato alla razionalità su temi di carattere generale. Fondamentali sono poi i nonni Agnese e Roberto, sono loro a farmi sentire protetta e amata, rassicurata, sempre orgogliosamente accanto a me, mentre zia Ely è una fan scatenata. Poi ci sono i miei amici con i quali scambiare pareri e divertirmi».

Le protagoniste dei suoi brani sono donne giovani e forti: quanto c’è di Margherita in loro?

«Non sempre i brani sono autobiografici ma certo il mio percorso fin qui è caratterizzato da convinzione e determinazione nelle scelte e nel progetto di crescere come artista».

Quanto disciplina è necessaria per tutto questo?

«Tantissima e anche molta organizzazione; a volte mi chiedo come possa farcela. Quando ero piccola i miei genitori strinsero un patto con me: studiare sempre per ottenere bei voti e quindi poter fare tutte le attività extra che desiderassi. Sono abituata a sfruttare al meglio il tempo e a impegnarmi sin da quando gareggiavo sulle piste di atletica e sulle piste da sci. Oggi riesco a scrivere, partecipare a kermesse musicali vedere gli amici senza tralasciare le lezioni e gli esami all’Accademia di Belle arti, grafica e design. Questo significa studiare fino a mezzanotte».

Che media ha?

«L’ultimo voto d’esame è stato trenta e spero di proseguire così».

Nel suo curriculum anche sfilate di moda e la partecipazione alla serie televisiva Volevo fare la rock star

«Il mondo della moda mi appassiona da sempre e la frequenza all’accademia rispecchia questo mio interesse. La recitazione è un interesse altrettanto forte, da tempo infatti faccio parte di una compagnia teatrale ed è stata molto formativa anche l’esperienza di una piccola parte nella serie televisiva».

Pensa a un futuro d’attrice?

«Al momento non ci voglio pensare, ma neppure lo escludo. Se dovessi scegliere oggi dico: cantautrice».

Recentemente ha aperto il concerto di Elisa a Monfalcone. Che emozione è stata?

«È stato fantastico, un’energia pazzesca davanti a tante persone. Elisa è una delle mie artiste preferite e mi piacerebbe in futuro poter collaborare con lei. Nel 2018 ho avuto modo di lavorare con suo marito Andrea Rigonat che ha collaborato all’arrangiamento di un mio pezzo. Per il futuro chissà!»

Ogni definizione è riduttiva ma per definire il suo repertorio come lo collocherebbe fra i generi?

«Per sensibilità e potenzialità di scrittura e di interpretazione al momento direi pop melodico. Ma ho ancora molta strada da fare e andando avanti si può cambiare».

Quali sono i suoi riferimenti nel panorama nazionale e internazionale?

«Mutevoli, in quanto ascolto generi di musica diversi in sintonia con il mio stato d’animo e il periodo. Mi piacciono molto da sempre Mina e Massimo Ranieri, ma anche Irama e Tiziano Ferro. A livello internazionale sono così tante le voci che amo, ma oggi direi Beyoncé».

Qual è la sua opinione del mondo musicale italiano?

«Rispetto alle nuove tendenze del mondo anglosassone, americano in particolare, l’Italia è da sempre in ritardo. Da noi le novità sia di artisti che di generi arrivano un paio di anni dopo. Ma quello che ritengo rende unica e inimitabile la nostra musica è il cantautorato. Su questo piano nessuno ci batte. A Sanremo quest’anno mi è piaciuto Enrico Nigiotti, e fra le donne trovo sintonia con Fiorella Mannoia e naturalmente con Elisa».

Oggi lei ha 21 anni; fra 10 anni come si immagina?

«Sposata, magari incinta. Con due filoni professionali: la musica e la scrittura di canzoni da una parte, attiva nel settore della grafica e del design dall’altra, in modo da essere io l’artefice delle copertine dei miei futuri album».

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