Impossibile non riconoscerlo, quando sfreccia con la sua bicicletta per le strade della Bassa friulana o per l’Isontino, con il caschetto che a malapena nasconde la sua folta chioma, ma non la sua caratteristica barba che lo rende riconoscibile a tutti.
Parliamo di Roberto Tomat, della sua grande passione di correre con la bicicletta ma anche a piedi: è un ottimo fondista, ogni anno percorre mediamente 14.000 chilometri in bicicletta e a piedi. Distanze non da poco per una persona che ha appena compiuto 68 anni.
Una passione nata nei primi anni ’90, quando doveva dividersi in “quattro”: famiglia, lavoro, amministratore comunale (ha scalato tutta la gerarchia amministrativa, da consigliere, assessore, sindaco e assessore esterno nella sua Aquileia) e naturalmente bicicletta. Col tempo la passione è diventata sempre più pregnante e negli anni 2000 ha iniziato a partecipare, con la maglia del Team Isonzo, a gare importanti come La maratona delle Dolomiti, con nove insidiose salite da scalare, la Prosecco Cycling, corse in Slovenia, in Austria e naturalmente in Friuli Venezia Giulia.
Una passione scemata in seguito, a causa della pericolosità delle discese e della troppa foga dei giovani ciclisti. Così Roberto Tomat ha deciso di mettersi in “proprio”, dedicandosi a corse in solitaria, non solo sulle due ruote ma scoprendo anche il running, vestendo le maglie dei Donatori di Sangue di Campolongo-Tapogliano e della Fincantieri di Monfalcone, partecipando a gare sulla lunghissima distanza, come la 100 chilometri del Passatore (Firenze-Faenza), le maratone Telethon, la Unesco Cities Marathon da Cividale ad Aquileia e tutte le maratone che si sono svolte nel territorio italiano, compresa quella di Venezia, spingendosi fino a Lubiana. E con tempi di rilievo: basti pensare che ultimamente ha percorso i 42.195 metri in 3 ore e 12 minuti, che per un signore che compirà 69 anni a dicembre è un risultato notevole.
Il 2015 è stato un anno importante, nel quale Roberto decise di trasformare le sue corse anche in viaggi culturali, iniziando proprio dalla sua Aquileia da dove partì con la fedele bicicletta per arrivare fino a Melpignano, nel Salento. Qui in un colpo solo incontrò il suo amico Ivan Stomeo, appena eletto sindaco del paese, e partecipò alla Notte della Taranta, una delle più significative manifestazioni sulla cultura popolare europea, dove stringe la mano a Luciano Ligabue, venendo immortalato in una foto pubblicata il giorno seguente sul principale quotidiano locale.
In quella occasione percorse all’incirca 1.350 chilometri. La cosa gli piacque tanto che l’anno successivo si spinse molto più lontano, percorrendo il Cammino di Santiago de Compostela (dove è sepolto l’apostolo Giacomo), partendo da Pamplona (resa famosa da Ernest Hemingway con il celebre romanzo Fiesta). Giunto a Santiago però non si fermò, proseguendo fino a Finisterre, dove prima che venisse scoperta l’America si pensava finissero le terre. Dopo aver assistito, in cattedrale a Santiago, allo spargimento dell’incenso dal turibolo più grande del mondo, tornò a Madrid, dove incontrò un pullman targato Udine con una comitiva venuta da Tolmezzo per assistere a un avvenimento sportivo, e sul quale imbarcò la sua preziosa bicicletta che venne riportata in Friuli.
Nel 2017 pensò di unire virtualmente con la sua bicicletta Aquileia (dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1998) con tutte le città greche aventi lo stesso titolo partendo da Patrasso, passando per Olimpia, Mystras, Monemvasia, Micene, Epidavros, transitando poi per lo Stretto di Corinto e arrivando ad Atene. Percorse tutte le “quattro dita” del Peloponneso, congiungendo così in modo simbolico la cultura ellenistica a quella romana.
Nel 2018, leggendo su un portale web che un suo compaesano, tale Domenico Gardenal, morì deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, ora Alta Austria, volle ricordarlo raggiungendo il luogo dove persero la vita migliaia di persone. Furono 700 chilometri fatti di numerose salite molto impegnative, ma la costanza e la perseveranza prevalsero: arrivò a Mauthausen e ricordò il suo compaesano.
Ma visto che 700 chilometri sono pochi, riprese la bicicletta e si fece portare fino all’isola di Samos da dove partì per visitare la Cappadocia, regione della Turchia centrale conosciuta per i famosi “camini delle fate”, alte formazioni rocciose a forma di cono che si trovano nella Valle dei Monaci, a Göreme, nel canyon di Ihlara, profondo 100 metri. Lungo il percorso visitò numerose chiese scavate nelle rocce. Anche questa volta 1.400 chilometri.
Lo scorso anno, invece, partendo da Aquileia Roberto Tomat ha attraversato Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro per raggiungere l’Albania: da qui in traghetto il ritorno a Melpignano per partecipare nuovamente alla Notte della Taranta; unico dispiacere essere arrivato tardi alla conferenza stampa dove a cantare c’era la corregionale Elisa.
Tutto questo per la passione di viaggiare in un modo diverso dal solito, ma dando al viaggio una duplice funzione: la prima è quella di raccontare ai propri compaesani e a chi lo desidera le sue vicende, condividendo ciò che ha visto attraverso aneddoti e immagini; la seconda è quella di aiutare le associazioni benefiche che lavorano e si impegnano per il prossimo: grazie alla compartecipazione di commercianti, artigiani e semplici cittadini, nelle sue serate riesce a racimolare offerte da destinare in beneficenza. Lo scorso anno ha aiutato l’associazione Settembre InVita di Monfalcone, mentre quest’anno donerà tutto al comitato Amici di Federico di Villa Vicentina.
Roberto Tomat è stato anche per quattro anni campione regionale di categoria M 65 di maratona e, a livello nazionale, sempre nella categoria occupa il quinto posto. Ultimamente è monitorato dal Team Alagenio.it, un’equipe di biologi e medici coordinati dal dottor Roberto Vano, per tutto ciò che riguarda le fasi di preparazione fisica e nutrizionale prima e dopo l’attività.
Un’ultima cosa banale, simpatica ma doverosa da chiedere: ma con tanti chilometri di bicicletta non fora mai? «Durante ogni viaggio c’è questo inconveniente che sta dietro l’angolo quando meno te l’aspetti, sono preparato anche a questo. Solo in Cappadocia mi è capitato di percorrere tutti i 1.400 chilometri senza nessun inconveniente».
Ora testa alla nuova avventura: il giro della Trinacria (antico nome della Sicilia) in bicicletta. Obiettivo costeggiare tutti i tre mari, Mediterraneo (Canale di Sicilia), Ionio e Tirreno, conoscere e osservare la cultura siciliana.
Il viaggio inizierà il 26 agosto da Monreale. Eccole le tappe di questa nuova impresa: il 26 Monreale - Isola Mozia, il 27 Isola Mozia - Selinunte Sciacca, il 28 Sciacca - Valle dei Templi - Agrigento, il 29 Valle Dei Templi - Piazza Armerina, il 30 Piazza Armerina - Ragusa, il 31 Ragusa - Pachino - Noto. Con il primo di settembre salirà verso nord, Noto - Siracusa, il 2 Siracusa - Catania, il 3 salita sull'Etna, il 4 Etna - Messina passando per Giardini Naxos e Taormina, il 5 Messina - Parco dei Nebrodi - Galati Mamertino, il 6 Galati Mamertino - Cefalù e infine il 7 di settembre Cefalù – Palermo. Alla fine dovrebbe percorre oltre 1.200 chilometri e superare 12.000 metri di dislivello.
Intraprendendo queste sue imprese, Roberto Tomat vuole comunicare le proprie emozioni anche ai suoi concittadini e come ogni anno, verso il mese di febbraio, Covid-19 permettendo, li incontrerà in una serata dedicata al suo viaggio. Grazie alla generosità di tanti riuscirà a donare un contributo a qualche associazione di volontariato sul territorio, come ha fatto sempre: lo scorso anno le donazioni sono state devolute agli Amici di Federico, l'anno prima alla associazione “Settembre inVita”.
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