Quando il cibo è un problema

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redazione

21 Ottobre 2020
Reading Time: 3 minutes

Ogni anno in Italia 8.500 nuovi casi

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In Italia si contano oltre 8.500 nuovi casi di disturbi alimentari ogni anno, e si stima ne soffra il 10% degli adolescenti.

In provincia di Pordenone si registrano circa 160 nuovi casi l’anno e dal 2008 al 2019 nel reparto di pediatria all'ospedale di Pordenone sono stati ricoverati 60 pazienti, che rappresentano solo il 20% dei pazienti seguiti. Rilevante anche l'età delle persone che soffrono di questi disturbi: si tratta di giovanissimi che in media hanno 15 anni.

Proprio alla difficoltà di rapportarsi con equilibrio all’alimentazione e ai risvolti psicologici e psichiatrici che le relazioni col cibo nascondono o implicano è dedicato il convegno a più voci promosso dall’IRSE – Istituto Regionale di Studi Europei per giovedì 22 ottobre, in programma dalle 15.30 nell’Auditorium del Centro Culturale Casa Zanussi di Pordenone.

“Quando il cibo è un problema: a partire dai più piccoli. Come nascono e come si possono curare i disturbi alimentari più comuni” titola il forum che punta i riflettori sull’impegno a livello territoriale di pediatri, psicologi, operatori sanitari sui disturbi in età precoce, con il coinvolgimento di famiglie e mondo della scuola. Interverranno Roberto Dall’Amico, Direttore Dipartimento Materno Infantile Ospedale “Santa Maria degli Angeli di Pordenone e Direttore ad interim S.C. “Pediatria San Vito-Spilimbergo; Gianluigi Luxardi, psicoterapeuta e psicologo, Dirigente del Centro Disturbi Alimentari di San Vito al Tagliamento; Liliana Giust, presidente di ADAO Friuli onlus Associazione Disturbi Alimentarie Obesità. L’evento rientra nel cartellone 2020 della rassegna IRSE “Affascinati dal cervello”, dedicata quest’anno a “Mens sana in cibo sano”. La partecipazione è gratuita sia “in presenza”, nel totale rispetto delle norme di sicurezza, che in diretta streaming sul sito IRSE. I relatori saranno introdotti dal divulgatore scientifico Gianluca Liva, con formazione in neuroscienze, storia della scienza e comunicazione presso la SISSA di Trieste. 

I disordini alimentari sono gravi patologie con complicazioni fisiche e psichiche, possono colpire bambini, adolescenti e adulti, prevalentemente di sesso femminile anche se negli ultimi anni si riscontra un’incidenza del 10% circa nella popolazione maschile. I fattori psicologici contribuiscono all’insorgenza di comportamenti alimentari anormali, che includono sia l’estremamente scarsa, sia l’eccessiva assunzione di cibo. Curare un individuo, quindi, significa considerare tutti i possibili ambiti della sua vita, compresi quelli sociali: chi ne è affetto non riesce ad alimentarsi con sufficiente serenità e ha una percezione alterata del proprio corpo.

«Non si ha esempio di malattia psichiatrica con una simile propagazione, una vera e propria epidemia sociale – commenta Liliana Giust –. Si parla di tre milioni di ragazzi, in Italia, che soffrono oggi di questi disturbi, non a caso seconda causa di morte in età adolescenziale, dopo gli incidenti stradali».  

ADAO Friuli ODV è un’Associazione di genitori e familiari di pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare attiva dal 2003, impegnata nella prevenzione e nella diagnosi precoce di questi gravi patologie: l’ultimo progetto sul territorio, “Sana Alimentazione”, si è svolto con otto classi di due scuole medie della provincia di Pordenone nel 2019 e attraverso corsi di formazione per insegnanti ed educatori (2018), ma anche per allenatori, tecnici, istruttori e insegnanti di scienze motorie (2020).

Osserva il direttore del Centro Disturbi Alimentari di San Vito al Tagliamento, Gianluigi Luxardi, che i disturbi alimentari colpiscono sempre più bambini e possono iniziare già intorno ai cinque anni. Nelle bambine delle scuole primarie sono stati trovati i disturbi più comuni, dall'anoressia alla bulimia, insieme a disordini alimentari più difficili da interpretare, come la disfagia – la difficoltà a deglutire – il selective eating (alimentazione selettiva), il food avoidance emotional disorder (disturbo emotivo da avversione per il cibo) e l'ortoressia (ossessione di un'alimentazione sana). «La percentuale di guarigione – ha spiegato Luxardi – è pari al 70%. Solitamente nel giro di due anni i pazienti, soprattutto quelli più giovani, riescono a guarire».

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