Il cuore della Bassa friulana pulsa nel “Lunari”

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Ferruccio Tassin

14 Dicembre 2020
Reading Time: 2 minutes

“I paîs sot al tôr di Aquilea”

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Esce anche in tempo di pandemia il “Lunari 2021 I paîs sot al tôr di Aquilea”, pubblicazione sorta nel 1990, ideata e curata da Giorgio Milocco, Maurizio Puntin e Alessandro Pian, con la Grafica e stampa di Grigiomedio.

Vi pulsa il cuore della Bassa friulana un tempo nella Contea di Gorizia e Gradisca. In questo strano anno che si allontana, l’opera tiene fede alla promessa di continuità e sciorina tutto il suo patrimonio sapienziale, il suo carico di memoria, la sua garbata ironia, la galleria di fatti e personaggi, gli scampoli di storia. Si tratta di un insieme ben miscelato, prevalentemente in lingua friulana, che offre sempre spunti di curiosità ad una cultura popolare di rara sincerità.

Gli autori degli scritti per ogni mese sono ormai collaudati e sono attivi anche in numerosi altri ambiti culturali. La copertina mostra una foto che ritrae la squadra dell’U.S. Alba di Terzo nel campionato 1955/56. Dev’essere stata realizzata da un bravo fotografo. Si respira la gioventù, ma anche un senso estetico nella armonica distribuzione dei calciatori. Da ulteriori informazioni in loco (Giorgio Milocco), si sa che la squadra è stata frutto di quella contrapposizione ruggente che imperversò nella Bassa dopo la Seconda guerra mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fondata da don Giosuè Salomone, l’Alba rappresentava la parte “bianca” che si appoggiava alla parrocchia, specularmente opposta a quella “rossa” con a capo l’ENAL. Durò tre anni, la bianca, e non vinse mai con la rossa negli scontri diretti. L’anno che ci lascia ricorda il centenario della nascita di “don Ge”, straordinaria figura di sacerdote, uomo di fede, di cultura scientifica, di appassionato amore per il popolo che faceva di tutto per portare a Dio.

Chiude il Lunari, prima della quarta di copertina, un poetico disegno del celebre fumettista Alessandro D’Osualdo: vi si respira una scintilla di preistoria, illustra un traghetto in piroga accanto a Fiumicello. Viene commentato dallo studioso di toponomastica Maurizio Puntin, che spiega la origine della parola “zop”, friulana, che significa traghetto; guarda al passato, ma è speranza per il futuro, in attesa che il tempo e gli uomini trasportino il fluire della vita in ambienti migliori.

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