Sono stati assegnati questa mattina presso la sede della Fondazione Crup a Udine i “Premi Etica 2013”, durante una cerimonia organizzata dall'Associazione Euretica con il sostegno della stessa Fondazione Cassa di Risparmio.
L’evento è stato realizzato anche grazie al contributo di ATON e con il patrocinio dell’Unione nazionale consumatori, delegazione di Udine.
Questi i nominativi dei premiati con le rispettive motivazioni:
Lucia Paravano
Si parla poco degli arbitri. Lo si fa di più quando sbagliano. In Friuli abbiamo dei “fischietti” che si fanno onore e hanno raggiunto dei traguardi importanti. È il caso di Lucia Paravano, arbitro di serie A del volley, prima donna arbitro in assoluto della provincia di Udine a raggiungere l’ambito traguardo. Nata a Palmanova nel ’74, ha iniziato la carriera arbitrale nel ’91. Dopo aver giocato in Seconda divisione con l’APM Mortegliano. Sposata con un arbitro, Maurizio Ginexsi, che è commissario provinciale arbitri, fa la mamma a tempo pieno.
Ha arbitrato la finale play off di B1 maschile a Cesenatico fra Carpi e Bassano del Grappa il 6 giugno del 2012 all’epoca del terremoto dell’Emilia. Il suo compagno di coppia è il goriziano Giuseppe Curto.
Ha sempre dimostrato dentro e fuori il campo una grande etica. L’augurio che le rivolgiamo è di accedere ai ruoli internazionali, la stoffa c’è tutta.
Roberto Bardini (alla memoria)
Ammalato da tempo, il generale di brigata ed ex consigliere comunale, Roberto Bardini, se ne è andato per sempre nel novembre 2013. Aveva 79 anni. Non si era mai ripreso completamente dall’ictus che lo aveva colpito nel 2009. Nonostante la lunga degenza in ospedale e all’istituto Gervasutta il generale non riuscì a tornare in consiglio comunale.
In tanti hanno affollato la chiesa del Sacro Cuore per salutare per l’ultima volta il militare e il politico che non amava i compromessi.
Nato a Tobruk (nel Bengasi) nel 1934 dove il padre aviatore si era trasferito per motivi di lavoro, Bardini si diplomò all’istituto per geometri a Milano prima di arruolarsi, nel 1955, nell’esercito. Il giovane sottotenente del genio arrivò a Udine nel 1960 e qui si fermò perché alla Spaccamela conobbe l’insegnante della scuola primaria, Nerina Migotti, che divenne la compagna della sua vita. Nella sua intensa carriera militare, Bardini aveva comandato la Brigata Cavalleria di Gorizia, il terzo Battaglione Guastatori di Udine per passare poi in qualità di Capo di Stato maggiore alla Brigata Isonzo e alla Brigata bersaglieri Garibaldi. Nel 1984 fu promosso a capo ufficio infrastrutture di Segredifesa a Roma e due anni più tardi assunse il comando militare provinciale autonomo di Udine. Nel 1991 il generale di Brigata lasciò per raggiunti limiti di età la carriera militare e, con altrettanta determinazione, imboccò il percorso politico.
Eletto consigliere comunale nell’era Cecotti, Bardini fu capogruppo. Persona tutta d’un pezzo, con grande moralità e sensibilità, cercava il dialogo e mai lo scontro. A palazzo D’Aronco, portò avanti diverse battaglie tra queste quelle sulla sicurezza e sulla messa a norma della viabilità.
A ricordare l’ironia e lo spessore culturale di Roberto Bardini, il suo carattere franco e il grande amore che provava per la città, è il figlio Claudio, la persona che più di altre ha assistito il padre con particolare affetto e attenzione. «Mio padre aveva una sua morale – ha dichiarato Claudio - disponibile 24 ore 24 era un volontario della politica».
Era una persona curiosa, amante dell’enogastronomia e per questo fu tra i fondatori della Confraternita del baccalà e tra i componenti del Ducato dei vini. Definito il custode del teatro per l’attenzione che riservava alla programmazione e alla gestione del Giovanni da Udine, Bardini era un uomo colto che non prendeva mai la parola senza aver fatto gli opportuni approfondimenti. Indimenticabili i suoi interventi in consiglio comunale per sollecitare la messa in sicurezza di viale Trieste.
Dispensò amore a piene mani per i figli Claudio e Robertino. In molti non esitano a definirlo un maestro di etica e vita.
È un personaggio che a Udine mancherà. Nella politica, nel sociale, ma anche nello sport. Perché Roberto Bardini era un grande uomo di sport. Una quarantina d’anni fa è quello che ha avviato al basket una serie di ragazzi nella zona di via Cividale, parrocchia del Sacro Cuore. Al campetto tutta una generazione di cestisti (che poi hanno calcato i campi delle serie minori per vent’anni e più e sono diventati dirigenti e allenatori) lo conoscevano. Perché quando arrivava l’auto con l’allora colonnello voleva dire che arrivavano a giocare i figli Robertino e Claudio (uno arrivato a indossare anche la canotta dell’Olimpia Milano, l’altro capace di allenare diversi anni tra i pro iniziando proprio da allievo di Dan Peterson a Milano) e soprattutto arrivava il pallone migliore. Il pugilato fu l’altra sua grande passione. È stato, per anni, presidente e colonna dell’Associazione pugilistica udinese. Memorabili i suoi ricordi di Muhammad Alì. Quando parlava del più forte pugile di tutti i tempi, quando ricordava le movenze feline del fuoriclasse americano, Bardini si commuoveva. Come s’infervorava quando lo s’incontrava in via Treppo. Un saluto, una vigorosa stretta di mano. Poi l’indice puntato sul castello. Non gli andò mai giù che l’allora sindaco Cecotti avesse sostituito il Tricolore con la bandiera di Udine. Una città che ha amato a dismisura.
Con una menzione è stata ricordata anche Susanna Damele, che ci ha lasciati il 29 novembre 2013 a 46 anni, dopo aver lottato per 17 anni contro il tumore senza voler mai pesare su alcuno. Fu presidente dell’ANDOS di Pordenone, ebbe un bambino in affido, aiutò i gatti in difficoltà.
Mons. Nicola Borgo
Monsignor Nicola Borgo nel novembre 2013 ha compiuto 80 anni Per molti di questi anni ha diffuso in regione e non solo i dettami del Concilio Vaticano II e dell’insegnamento di Padre David Maria Turoldo che della grande riunione ecumenica voluta da Giovanni XXIII è stato uno dei più grandi ammiratori.
Monsignor Nicolino (lo chiamano tutti così) è nato a Rivis al Tagliamento, a due passi da Sedegliano, ha al suo attivo un lungo servizio pastorale nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Udine, dove è stato parroco dal 1964 al 1989, e nelle scuole superiori cittadine e, sempre in città, a San Cristoforo, come rettore della cappella universitaria sino al 2008.
Coordinatore per lungo periodo della rappresentanza italiana al “Colloquio Europeo delle Parrocchie”, attualmente è di stanza a Turrida di Sedegliano.
Fine letterario, è stato insignito nel 2002 del premio “Nadal Furlans”, critico d’arte e personaggio di grande cultura, non soltanto teologica, al centro della sua missione pastorale ha sempre considerato centrali tre temi fondamentali che hanno rappresentano il cardine del “Vaticano II”: la pace, il dialogo – interreligioso, ma anche con gli atei – e il ritorno della Chiesa a quell’ecumenismo tipico del cristianesimo delle origini.
E in questo senso s’inserisce la costruzione della chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine in viale Cadore. Arrivato come parroco nel 1964 in una zona dove, all’epoca, esistevano ben poche case e tanti campi, monsignor Borgo, da vero prete di strada qual è, lancia l’idea della realizzazione, rivelatasi unica in tutta la regione, di un luogo di culto sul modello delle chiese-casa francesi e belghe e in cui, come da indicazioni del “Papa buono”, si respirasse davvero l’autentico spirito comunitario.
In meno di sei mesi, con l’aiuto dei parrocchiani, realizzò la struttura provvisoria di quella che, di fatto, con la mensa in pietra e l’altare in roccia rimanda a quella predicazione di Gesù con un “cristianesimo che ritrova le proprie origini, rigenerandosi e tornando a essere minoranza”.
Instancabile propagatore del pensiero di padre Maria Turoldo è stato per anni presidente dell’associazione che, a Sedegliano, porta il suo nome e che ha come scopo la promozione di un centro di documentazione dell’opera letteraria e religiosa del prete friulano.
E nel maggio dello scorso anno, monsignor Borgo, ha vinto la sua ultima “battaglia” con l’inaugurazione del parco in memoria dello stesso Turoldo nel suo paese natale, Coderno per quella che, al momento, rappresenta l’ultima tappa della vita straordinaria di un parroco che, vista la vitalità e la fede incrollabile nel messaggio cristiano che lo sostengono, non pare davvero avere intenzioni di fermarsi qui. Di tutta evidenza il suo messaggio etico.
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