Comunicazioni potenzialmente ingannevoli alle imprese: la Camera di Commercio fa appello agli imprenditori friulani affinché prestino la massima attenzione, poiché molti di loro, in questi giorni, stanno ricevendo richieste di pagamento di vario genere, che nulla hanno a che fare con la Cciaa o suoi adempimenti. In particolare, diverse imprese hanno segnalato agli uffici camerali di aver ricevuto via posta un bollettino di pagamento su conto corrente, già compilato con i dati dell’impresa ricevente, per una non meglio specificata iscrizione a un portale multiservizi. In evidenza, la data scadenza del pagamento e l’importo del pagamento: 309,87 euro.
Nella nota, in carattere di piccole dimensioni, anche un’indicazione che recita «L’iscrizione è obbligatoria (per le ditte iscritte a: Camera di Commercio, industria agricoltura ed artigianato)», pur se poi si specifica «qualora si desideri usufruire dei servizi offerti, totalmente detraibili ai fini Iva». In questa nota, solo in alcuni dei casi segnalati si specifica poi che l’accettazione della proposta, così come l’utilizzo di un portale cui l’azienda dovrebbe iscriversi, ha finalità esclusivamente commerciale e non surroga né sostituisce gli adempimenti imposti dallo Stato o dalla Pubblica amministrazione. Del mittente, sul bollettino si legge esclusivamente il nome di una Srl e una casella postale e in alcuni casi si fa riferimento a un sito. Nemmeno sul sito, però – i cui contenuti sono minimi –, c’è un numero di telefono da contattare, ma solo un indirizzo mail.
Siccome le segnalazioni da parte degli imprenditori si stanno ripetendo, la Camera di Commercio ha effettuato verifiche e approfondimenti e ha deciso di avvisare la Guardia di Finanza e di formalizzarle una segnalazione, a maggior tutela delle imprese.
La Camera di Commercio richiama dunque gli imprenditori a prestare la massima attenzione, ribadisce il suo impegno a verificare e segnalare queste situazioni, confermando la sua estraneità a tali richieste di pagamento, che non hanno natura obbligatoria. Gli uffici specificano tra l’altro che, da diversi anni, il diritto annuale dovuto dai contribuenti – versato entro il termine previsto per il pagamento del primo acconto delle imposte, nella maggior parte dei casi il 16 giugno di ogni anno – si può pagare solo ed esclusivamente tramite modello F24, proprio per non ingenerare confusione.
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