“Portare le donne nelle stanze dei bottoni”

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redazione

9 Aprile 2021
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Intervista ad Anna Limpido

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L’avvocato Anna Limpido è stata nominata, con decreto del presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, Consigliera regionale di parità. L’occasione per fare il punto con la diretta interessata sul suo nuovo ruolo: tra obiettivi e azioni da intraprendere nel prossimo quadriennio.

Anna Limpido, cosa significa per lei la nomina a Consigliera di Parità del Friuli Venezia Giulia?

“È un grandissimo onore: da sempre mi sono occupata di tematiche giuridiche e sociali, di mercato del lavoro, di donne. Essere stata scelta dal nostro presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, è per me non solo un riconoscimento ma anche una responsabilità tangibile ove avere a che fare con tematiche così attuali, così costantemente sotto la ribalta dell’opinione pubblica, significa una continua sovraesposizione e un continuo richiamo all’istituzionalità del mio ruolo. Vengo da un mandato già di Consigliera di Parità dell’Area Vasta Goriziana, mandato nato a suo tempo da un riconoscimento dei sindaci della provincia goriziana, e quindi per me questa nomina aumenta la portata di un impegno già presente, ora amplificato su tutto il territorio regionale”.

Nel concreto, quali sono i compiti e quali i poteri legati a questo ruolo?

“La Consigliera di Parità è una figura volta alla promozione e al controllo del rispetto della parità tra uomini e donne nel mondo del lavoro: in primis dunque mi occupo di contrasto alle discriminazioni di genere e di tutte quelle azioni positive tese alla parità. È una figura molto tarsversale e parte di molti tavoli di lavoro e Commissioni e che, in quanto pubblico ufficiale, ha tutti gli oneri conseguenti”.

Quali sono a suo avviso gli ambiti su cui intervenire con più urgenza all’avvio di questo mandato?

“Non ho dubbi: se i bisogni delle donne sono poco rappresentanti confinandole poi a un secondo piano professionale, significa che ci sono poche donne decidenti che rappresentano i loro bisogni. Dunque l’urgenza è portare donne, di merito, nelle stanze dei bottoni. E questo è un discorso trasversale che tocca la politica, il management, la società: le donne restano ancora troppo imbrigliate in dinamiche di vita che le fanno restare indietro, abnegandosi; spesso se hanno figlie femmine tifano per la loro realizzazione e al tempo stesso danno esempio di personale rinuncia. Invece il merito deve emergere, non deve avere ostacoli “di genere”, tutti noi dobbiamo investire in tal senso nell’interesse di una classe dirigente di qualità”.

Dalle urgenze alle visioni di lungo periodo: durante il suo mandato quali sono gli obiettivi che desidera raggiungere?

“Il mio mandato dura quattro anni, una goccia nel mare, ma durante i quali io darò tutto quello che potrò per contribuire a una maturazione sociale investendo in competenze e nei network fra donne, associazioni, territorio. Voglio essere presente tra la gente, nelle scuole, fra le donne, ovunque potrò parlare di parità con un approccio attuale, di coscienza etica moderna che non vuole più la contrapposizione tra uomo e donna, ma unione per un fine comune”.

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